Il passeggio di ieri su corso Mazzini, il centro di Cosenza
3 minuti per la letturaCOSENZA – Le vie della città si popolano sempre più, corso Mazzini pullula di passanti. Nei bar i tavolini all’aperto sono tutti occupati, i negozi sono invasi, il traffico si è intensificato e i parcheggi iniziano a scarseggiare. Anche la movida serale nel weekend ha ripreso a vivere.
Cosenza è ufficialmente ripartita. E chi pensava ad una lenta e graduale ripartenza, si sbagliava di grosso. Con l’annuncio dell’allentamento delle restrizioni da parte del presidente Conte, i cosentini hanno ricominciato a vivere. E con essi anche l’economia del territorio tira forse un sospiro di sollievo vista l’affluenza in locali e negozi della città. Sebbene qualcuno abbia preferito tenere abbassate le saracinesche ancora per un po’, la maggior parte dei negozi e dei locali ha ricominciato la propria attività e in totale sicurezza.
Per le attività che lo consentono, ingresso e uscita sono separati; ad ogni ingresso inoltre, è obbligatorio il distributore di igienizzante. Si entra uno o due alla volta e in base alla capienza del negozio, altrimenti si attende fuori. Prima di entrare è obbligatorio igienizzare le mani e indossare la mascherina. Questo vale per tutti i tipi di attività. I negozi ampi, quelli che consentono l’ingresso a molte più persone, hanno inoltre dei segnalatori sul pavimento che indicano la distanza di sicurezza tra ogni cliente che si trova in fila alla cassa. Alcuni esercenti forniscono anche i guanti e gli addetti alla sicurezza misurano la temperatura agli avventori in procinto di entrare. Anche se in questo caso sono davvero poche le attività che applicano queste misure di sicurezza, e per lo più si tratta di grandi catene e franchising che seguono politiche aziendali ben precise.
Nei negozi (si presume che si siano igienizzate le mani all’ingresso) tutto si può toccare. I capi d’abbigliamento possono essere misurati. Nei camerini, specialmente nei negozi più grandi, è presente uno o più addetti al controllo che consentono l’accesso ad un numero limitato di persone. I capi provati devono poi essere lasciati all’addetto in questione che provvederà alla sanificazione sia dell’abbigliamento misurato, sia del camerino utilizzato. Inutile dire che il personale di qualsivoglia attività deve rigorosamente indossare guanti e mascherina, ma qualche esercente si è attrezzato anche con barriere di plexiglass, specialmente alla cassa. È quanto si vede principalmente in attività come bar e locali notturni. Qui c’è l’obbligo garantire il distanziamento tra le persone, anche allo stesso tavolo. Questo spesso non avviene, un po’ per una mancanza di alcuni gestori (che per garantire la distanza tra i clienti dovrebbero rinnovare l’intero arredamento del locale) un po’ per la poca disciplina dei clienti stessi. Tutti comunque forniscono le consumazioni in contenitori monouso e i tavolini vengono opportunamente igienizzati dopo ogni cliente.
Tantissimi i cosentini che passeggiano su corso Mazzini. Le pattuglie ricordano di mantenere la distanza di sicurezza. Mascherina non obbligatoria all’aperto ma solo se si può garantire il corretto distanziamento, cosa che di certo non avviene nel corso principale della città. Eppure, quelli che dimenticano di indossarla non sono pochi. La movida serale ha ripreso a pieno ritmo e fuori dai locali sono tante le persone che si ritrovano. Anche in questo caso le distanze di sicurezza scarseggiano tanto quanto le mascherine, che se indossate, spesso servono a coprire inspiegabilmente il collo anziché naso e bocca.
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