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COSENZA – Una vasta discarica abusiva è stata sequestrata a Cosenza, in Località Petrara. I carabinieri forestali hanno individuato un deposito incontrollato di rifiuti speciali ed hanno proceduto al sequestro di un’area di 5000 metri quadri e di due autocarri. Due le persone denunciate per attività di gestione non autorizzata di rifiuti e quattro titolari di impresa per deposito ed abbandono incontrollato di rifiuti speciali.
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L’operazione è stata effettuata dai militari della Stazione Carabinieri forestale di Cosenza, con il supporto logistico operativo del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale di Cosenza e delle Stazioni Forestali di Spezzano della Sila, San Pietro in Guarano e Montalto Uffugo. L’area si trova a margine del Fiume Crati, tra via Fratelli Sprovieri e via Giovanbattista Lupia, trasformata in discarica da parte di due soggetti ritenuti responsabili del reato di attività di gestione non autorizzata di rifiuti speciali.
L’inchiesta è partita da una segnalazione da parte di alcuni cittadini. I militari hanno così rinvenuto innumerevoli cumuli di rifiuti speciali di varia ed eterogenea natura quali scarti di attività edile, parti di veicoli, rifiuti ingombranti, rifiuti elettrici ed elettronici ed altri rifiuti speciali riconducibili ad attività di impresa, era stata trasformata in una vera e propria discarica. E’ stato possibile identificare gli autori che, in assenza delle previste autorizzazioni ambientali, e con l’ausilio degli autocarri sequestrati, avrebbero svolto l’attività non autorizzata di raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti.
Tra le persone denunciate ci sono il titolare di una palestra, una parrucchiera, un imprenditore edile ed il titolare di un’attività commerciale i quali, traendone un vantaggio economico e senza la benché minima attività di differenziazione dei loro rifiuti per l’avvio a recupero, ne avevano affidato lo smaltimento a persone non autorizzate alla gestione con il conseguente illecito abbandono incontrollato.
A Cosenza la raccolta indifferenziata, evidenziano i carabinieri, rappresenta il 35% del totale della raccolta del servizio pubblico con conseguente aggravio della spesa pubblica.
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