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La mattina della prima e della terza domenica di ogni mese (dalle 9 alle 12) si tiene all’Arenella – nel Centro storico – il mercatino del modernariato, con strane bancarelle dove, come cantava Claudio Baglioni nel suo brano “Porta Portese”, si può trovare di tutto: quadri falsi, libri vecchi o quasi nuovi, cartoline, santini, dischi in vinile, ex bomboniere, oggetti che qualcuno butta dalla propria cantina e che altri invece cercano e comprano per il gusto del collezionismo.

Tra le altre cose le bancarelle dell’Arenella hanno il pregio di far incontrare ogni 15 giorni, gli amanti o semplicemente i curiosi del vintage. Da un po’ di tempo in città sono sorti diversi negozi di roba usata, che per lo più utilizzano il sistema del conto-deposito: si porta al punto vendita la propria mercanzia, e si decide insieme il prezzo al pubblico. Se gli oggetti vengono acquistati da qualcuno, il ricavato viene diviso al 50% tra venditore e proprietario.

Tra i luoghi cosentini dove si possono solo comprare cose di seconda e terza mano, ce n’è anche uno un po’ strano: con ingresso da via Popilia o da viale Giacomo Mancini nell’area dell’ex officine meccaniche della Ferrovia, da anni dato in gestione al Moci, il Movimento per la cooperazione internazionale.

È un vero e proprio supermarket dell’usato sicuro (nel senso che è certificato che l’oggetto è stato “usato”); vi si può trovare di tutto dai piatti ai bicchieri, dalle scarpe ai vestiti; dagli oggetti più vari, ai mobili, ai sopramobili, a coppe e trofei, vinti chissà da chi, ma che ora solo lì, in attesa di essere rimessi a lustro. Un intero settore è dedicato ai libri, enciclopedie, romanzi e poesie, fumetti e gialli. Uno spicchio di editoria che sa di appena ieri, che farebbe bella mostra di sé, in importanti biblioteche pubbliche e private.

Potrebbe essere un’idea per i prossimi regali di Natale; basta farsi un giro per scoprire un piccolo mondo, che in quel locale assume pure il valore della solidarietà.

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