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La parola archivio, ai più ricorda solo carte vecchie conservate in impolverati scaffali. Ma così non è a Cosenza. Dal 2008 l’Archivio di Stato è allocato nell’ex complesso monumentale di San Francesco di Paola a corso Plebiscito, una grande struttura totalmente rimessa a nuovo, che merita più di una visita. L’edificio fu costruito nel 1510 pochi anni dopo la morte del taumaturgo paolano, il chiostro rinascimentale, è uno dei più belli della città; nelle lunette i miracoli di San Francesco, alcuni purtroppo persi, altri appena visibili, ma la maggior parte di grande bellezza. I locali durante il decennio francese di inizio Ottocento, furono requisiti, divenne poi Caserma Domenico Moro, e dopo i bombardamenti aerei del 1943, il chiostro fu murato per ospitare famiglie senza casa di Montecassino.

Ora il complesso ha una nuova vita, le tre sedi staccate dell’Archivio di Stato sono state riunificate e vi lavorano quasi un centinaio di persone. Oltre a moderni depositi, vi è un’elegantissima e confortevole sala studio, dedicata allo storico Gustavo Valente – che nei suoi lunghi anni di vita ha passato molte ore a consultare e leggere documenti – e poi la sala convegni e mostre, dedicata a Michelangelo Baldassarre, che fu direttore dell’Archivio di Stato di Cosenza dal 1970 al 1990. Da un po’ di anni i locali dell’Archivio sono diventati per molti cosentini, una vera e propria “casa della cultura”, manifestazioni, presentazioni di libri, mostre d’arte e d’artigianato, esposizione dei documenti più interessanti, insomma non più lo stereotipo di qualcosa di chiuso, che sa di muffa, ma alzi il contrario. Merito di tutto ciò alla direttrice Annamaria Letizia Fazio, che ha fortemente voluto che l’Archivio si aprisse alla città incontrasse oltre agli studiosi, anche chi si avvicina per la prima volta agli studi storici. Ora chiunque voglia conoscere qualcosa della storia della propria famiglia lo può fare stando comodamente a casa. 

L’Archivio di Cosenza – è bene dirlo, il primo in Italia – ha creato e messo su internet il portale della Storia degli italiani. Una vera e propria banca dati per chi ricerca le proprie origini e quelle del proprio paese. Da qualche tempo c’è anche il Catasto onciario, conservato a Napoli, ma ora fruibile da tutti. L’Archivio di Cosenza risponde annualmente a circa 600 richieste di cosentini residenti all’estero che cercano le proprie radici. Insomma un grande albero che merita l’attenzione di tutti. Nei giorni scorsi la direttrice Tiziella Fazio ha salutato, con una bellissima festa, i dipendenti e gli amici dell’Archivio, per il suo collocamento in pensione. L’apertura a 360 gradi dell’istituto è soprattutto merito suo, personalmente ricordo l’iniziativa «Conosciamo i paesi della Provincia di Cosenza. Incontri culturali con i sindaci», la sua grande disponibilità e professionalità nel mettersi in gioco, ma soprattutto nel condividere l’idea che la cultura e la conoscenza è di tutti. Basta solo non chiudersi nel proprio mondo. Fosse pure un… archivio.

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