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COSENZA – «La chiamano la faglia del Pollino, ma in realtà la struttura che in questo momento sta facendo tremare la zona si trova un po’ più a Nord, nella valle del Mercure. A differenza della faglia che passa per Castelluccio e Viggianello, quella compresa tra Rotonda, Mormanno e Laino è una struttura che non affiora in superficie». Lo afferma Carmelo Monaco, ordinario di Geologia strutturale all’Università di Catania. Il professore, in Calabria per l’86° Convegno della Società geologica italiana, intervistato dal Quotidiano parla dello sciame sismico che sta interessando il territorio al confine tra Calabria e Basilicata: «Registrare tutti questi terremoti con magnitudo bassa, a parte qualche eccezione come la scossa di 3.7 di pochi giorni fa, può voler dire molte cose. Queste scosse possono voler dire che la struttura interessata sta per riattivarsi, come è successo in Abruzzo nel 2009. Ma può anche essere che il fenomeno si esaurisca da solo. Ecco perché non ha senso fare terrorismo psicologico. E’ fondamentale, invece, puntare alla prevenzione».
La zona del Pollino è comunque monitorata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e dal dipartimento di Protezione civile. Anzi, spiega il docente, «In Italia ci sono tre aree chiave. Due di queste sono la Pianura Padana e la Valle del Mercure. Ingv e Dpc hanno articolato una serie di progetti e hanno anche assegnato i relativi finanziamenti». Tra le cause alla base delle scosse, Monaco esclude l’estrazione di gas o idrocarburi: «Un prelievo può provocare fenomeni di assestamento o di subsidenza, ma non certo terremoti di magnitudo elevata. Se qualcuno sostiene il contrario è però necessario che lo dimostri scientificamente». Monaco insiste sulla prevenzione: «Non è possibile prevedere con precisione quando ci sarà un terremoto, possiamo però fare molto per arginare i danni. Se in altre parti del mondo, scosse di magnitudo 8 provocano pochissime vittime, mentre da noi il numero sale sensibilmente, vuol dire che c’è qualcosa che non funziona».
Sullo sciame sismico si è espresso anche il presidente dell’Ordine dei geologi della Calabria, Arcangelo Francesco Violo: «La popolazione – ha detto – deve imparare a convivere con il fenomeno ed a prepararsi come se una forte scossa dovesse verificarsi domani». Secondo Violo, «quello che servirebbe in Calabria è una mappatura ed un piano straordinario di messa in sicurezza edifici. Si sta cominciando a fare qualcosa però deve valere per tutta la regione. Tutto il territorio calabrese è ad elevatissimo rischio sismico. E’ ovvio – ha poi aggiunto – che la popolazione è stressata, anche perchè le scosse si avvertono chiaramente. Bisogna imparare a conviverci, ma bisogna anche prepararsi».
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