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COSENZA – Verso la strada della collaborazione. Protagonista Luigi Bruni, 27 anni di Paola (Cs), coinvolto nell’operazione “Tela del Ragno” dello scorso 30 marzo, quando fu cioè assestato un duro colpo alla criminalità organizzata gravitante nel Tirreno cosentino.
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SULL’OPERAZIONE TELA DEL RAGNO
La notizia del suo pentimento è stata di fatto ufficializzata ieri dal procuratore generale Eugenio Facciolla, della Procura di Catanzaro, tra i titolari dell’inchiesta coordinata dalla Distrettuale Antimafia, prima che si procedesse, dinanzi ai giudici del Tribunale della Libertà, coi Riesami di alcuni imputati. Facciola ha depositato una serie di nuovi documenti d’indagine, tra cui il verbale riassuntivo delle dichiarazioni rese proprio dal giovane Bruni. La curiosità è che era stato da poco rimesso in libertà dal Riesame di Catanzaro. Poche settimane fa stessa decisione fu presa dal padre Gennaro, 56 anni, i cui verbali sono già in mano agli addetti ai lavori. I due si sono ora affidati all’avvocato Capparelli, del foro di Castrovillari, che difende proprio i collaboratori di giustizia.
Lo scorso 30 marzo Luigi Bruni era stato tratto in arresto dai carabinieri con l’accusa di essere tra gli “azionisti del clan in occasione di danneggiamenti e atti intimidatori funzionali alle finalità illecite dell’associazione, nonchè nelle attività di supporto nella consumazione di agguati mafiosi contro esponenti del clan avverso”. La Dda di Catanzaro cita ad esempio l’omicidio di Luciano Martello, ucciso a Fuscaldo il 12 luglio del 2003, nel quale il padre Gennaro figura tra coloro i quali avrebbero preso parte alla fase esecutiva.
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