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I giocatori dell'Albinoleffe in festa sul prato del Ceravolo

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CATANZARO – Non è bastato nemmeno schierare i fenicotteri rosa per le vie e le strade della città per sfatare la maledizione play-off. Utilizzati, a causa del loro incedere dinoccolato e quasi strafottente, come simbolo di un (presunto) disincanto dei tifosi nei confronti di un’appendice che ha sempre regalato tragiche disillusioni, i fenicotteri rosa nulla hanno potuto di fronte alla inconsistenza di una squadra che, nella prima partita decisiva dei play-off, si è squagliata come neve al sole (LEGGI).

Un fenicottero pubblicato su Facebook dal Catanzaro

Vittima di infortuni pesanti ma anche e soprattutto della paura di dover affrontare un appuntamento decisivo sapendo di essere un parvenu capitato quasi per caso al gran ballo delle debuttanti, il Catanzaro ha gettato alle ortiche, pur avendo due risultati su tre a disposizione, la qualificazione ad una semifinale che sarebbe stata probabilmente proibitiva ma che forse avrebbe, in caso di sconfitta, evitato la rabbia dei tifosi – comprensibile ma ingiusta – montata invece al fischio finale del match dei quarti.

PLAY-OFF STREGATI, DECIMO KO

Come detto, per chi ci crede, troppo forte sarebbe stata l’aurea di sventura che aleggia sulle cose giallorosse in occasione degli spareggi promozione. Da quando è in vigore tale meccanismo per sancire le promozioni di rincorsa alle serie superiori, questo è il decimo palo che i giallorossi prendono in faccia.

La “storia maledetta” inizia nella stagione di allora C2 del 1996/97 quando i giallorossi, quinti al termine della regular-season fanno la loro conoscenza con le insidie dei play-off venendo battuti nel doppio scontro dal Benevento.

Sempre il Benevento sarà il carnefice nella seconda apparizione giallorossa nei play-off, sempre in serie C2 e nella stagione 1998/99 con i sanniti capaci di eliminare i giallorossi del Presidente Giuseppe Soluri costretto, dopo quella gara, a cedere la società per favorire l’avvento della famiglia Mancuso.

Il cambio di proprietà non intenerisce la sorte avversa che si manifesta, in maniera davvero tragica, nella stagione 2000/2001 quando, dopo avere superato in semifinale la Puteolana ed avere impattato la gara d’andata a Sora, nella gara casalinga contro i ciociari sembra tutto pronto per festeggiare la promozione in C1. Ed invece il Sora, dicesi il Sora, trascina il Catanzaro ed i suoi 20.000 spettatori ai supplementari per poi trafiggerli, complice il giovane portiere giallorosso Di Dio finito schiacciato dalla troppa pressione.

L’incredibile sconfitta comporta l’inizio dell’iter di disimpegno dei Mancuso che a metà della stagione 2002/2003 vengono rimpiazzati dalla nuova proprietà governata dagli imprenditori Claudio Parente-Massimo Poggi. Lo spartito sembra differente ma l’epilogo del nuovo giro di valzer play-off è drammaticamente analogo. In finale c’è l’Acireale asfaltato in campionato e fermato sul pari nella gara d’andata. Al Ceravolo è nuovamente montato il pavese della festa ma a godersela saranno i siciliani con un uno-due che getta nello sconforto il pubblico di casa poi in qualche maniera rinfrancato a bocce ferme dalla promozione a tavolino in C1.

Passano gli anni e tra promozioni in B e fallimenti, si arriva alla stagione 2008/2009. Ricatapultato in C2 dal citato fallimento e dal Lodo Petrucci, il Catanzaro, ora diventato FC, si ritrova a dovere affrontare la bestia play-off ed ancora una volta è in casa che si materializza lo spettro dell’eliminazione. A festeggiare l’ingresso in finale è stavolta nientemeno che il Pescina Valle del Giovenco.

Un’altra meteora, la Cisco Roma, è invece lo strumento che la sorte utilizza per distruggere i sogni di gloria giallorossi nella stagione successiva. Con Auteri alla guida non sembrano esserci ostacoli, se non quelli frapposti da una società nuovamente sull’orlo del fallimento, per la promozione in C1 che però non arriva a causa di una fragorosa e chiacchieratissima sconfitta per 4-0 al Flaminio di Roma cui non si riesce a porre rimedio nella gara di ritorno al Ceravolo.

Il nuovo fallimento porta in dote la presidenza Cosentino ed il ritorno del marchio US. Si riparte dalla C2 che diventerà C1 nel primo anno con l’imprenditore reggino alla guida. Nel 2013/14 ritorna l’incubo Benevento che al primo turno play-off ricaccia indietro le velleità di serie cadetta di un Catanzaro che si ritroverà quindi nella neonata ed ancora attuale C unica.

Il passaggio da Cosentino al gruppo Noto è storia recente così come cronaca attuale sono i tre play-off consecutivi persi dalla nuova proprietà. Nel 2018/2019 non basta il ritorno di Auteri per scacciare i fantasmi con la Feralpisalò a festeggiare al Ceravolo, l’anno scorso un Catanzaro dimesso esce per mano del Potenza al primo turno eliminatorio e la sconfitta di ieri contro l’Albinoleffe completa il quadro di un dieci in pagella di cui andare tutt’altro che fieri.

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