Toni Servillo sul palco di Armonie d'arte
2 minuti per la letturaBORGIA (CZ) – Si è aperto con uno spettacolo in pieno stile “Armonie d’Arte” la XXII edizione dello storico festival di cultura ed arti performative, ideato e diretto da Chiara Giordano. Anche per questa edizione, il programma ha previsto la presenza di grandi nomi internazionali del mondo della musica, del teatro e della letteratura.
Venerdì sera, alle 22, sul palcoscenico del teatro naturale del Parco Archeologico di Scolacium, l’attore Toni Servillo ha portato in scena una produzione di Armonie d’Arte, in prima assoluta, “Raimondo, Vaniloquio non vano”: un melologo inedito dello scrittore e critico letterario Silvo Perrella, con musiche originali del compositore Vincenzo Palermo, e la partecipazione di Alfio Antico con i suoi tamburi siciliani. Sul palcoscenico anche la solista al flauto Maya Palermo ed il coro femminile Ensemble Sententie Sonantes diretto da Alexandra Rudakova.
In apertura i saluti di Chiara Giordano che, nel ringraziare il pubblico per la presenza, ha spiegato come l’edizione 2022 sia il Festival di tanti luoghi che raccontano “transiti” mediterranei con i quattro temi del nostro tempo: cultura, natura, salute e pace. «Ancora una volta – ha detto – riaccendiamo la luce sui luoghi di quel Mediterraneo fondativo della storia occidentale e sui quattro temi, sottesi, ormai ineludibili per il nostro tempo e fortemente connessi tra loro: fare cultura, favorire la pace, valorizzare la natura e proteggere la salute».
L’opera raccontata da Toni Servillo è stata ispirata dalla figura controversa ma fascinosa, di Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, ricordato per la “sua” eccezionale Cappella con il Cristo velato di Napoli, simbolo di pensiero libero, laterale, non omologato, non di propaganda, assetato di innovazione. Raimondo (Toni Servillo) prende la parola rivolgendosi ad una donna fantomatica, che di volta in volta assume nuovi nomi. Parlandole, Raimondo “sale”, cercando “vastità di sguardo”. Prima Sisifo, poi Prospero senza scettro, ma soprattutto Uomo-Cristo, si racconta a fiato perso, squaderna il suo mondo interiore, vela e svela chi sia, cosa voglia, perché per lui sia così essenziale essere liberi, capaci di correggere i propri errori, sempre pronti a rimettersi in gioco.
La lingua usata da Perrella lo scolpisce, ne fa un essere sonante, s’insinua nella sua psiche. E da questa lingua parte Toni Servillo per dare voce e corpo sonoro a quello che possiamo definire un pellegrino della libertà d’invenzione. L’ attore ne segue l’ascesa, punteggiata dal ritmo di Alfio Antico, che trae dai suoi tamburi siciliani veri e propri terremoti sonori ed emotivi. Per la partecipazione al “Festival”, Toni Servillo ha ricevuto la “Maschera d’Argento” realizzata dai maestri orafi Michele ed Antonio Affidato, simbolo della cultura Magnogreca.
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