Giancarlo Cauteruccio
2 minuti per la letturaSALIRA’ questa sera sul palco del Supercinema di Catanzaro il regista e attore Giancarlo Cauteruccio per interpretare il suo monologo “Fame, mi fa fame”, rivisitazione del suo testo del 2008 “Mi fa fame”. L’appuntamento è per le ore 21 e rientra nel cartellone del “Magna Grecia Film Festival”.
Per Cauteruccio una sorta di ripartenza dopo aver lasciato Firenze, dopo 45 anni, e aver deciso, nei mesi scorsi, di tornare a vivere in Calabria. Per lui, nato a Marano Marchesato, una svolta in primis artistica prim’ancora che umana.
«Diciamo che avevo necessità di recuperare un reale rapporto con la natura, prima di tutto – racconta – è l’arte che deve recuperare il rapporto con la natura e riconsiderare l’umano come energia reale. E su queste considerazioni mi è tornata voglia di riprendere questo mio vecchio testo, di rinnovarlo e di riportare alla luce le denunce in esso contenute».
Nella versione originale la fame del protagonista era il riempimento di un vuoto dell’anima. Adesso? «Anche. Nel lockdown c’è stato questo rifugio nel cibo per placare la solitudine, l’immobilità, una via di fuga dalla condizione estrema a cui eravamo costretti. Una fame nervosa che tutti noi abbiamo vissuto. Nel 2008 era più denuncia sulla grande problematica del cibo, su questo grande scontro tra Occidente e Oriente, tra opulenza e le carestie. Oggi, però tutto sembra tornare. Siamo stracarichi di vaccini e altre parti del mondo non riescono ad accedere, e la storia si ripete, è la solita storia del nord e del sud del mondo e del nord e del sud del nostro paese».
Un monologo in dialetto nella sua Calabria: «E’ un testo tutto calabrese, dall’idioma ai contenuti, e che mi piace portare in questi luoghi. Mi sento di offrire questo monologo quasi come gesto affettivo nei confronti della mia terra che mi ha dato non solo la nascita ma anche la lingua. Del resto è ciò che ho sempre cercato di coniugare, l’arcaicità della nostra lingua con le tecnologie».
Lo spettacolo sarà replicato in altre città calabresi durante questa estate. E alla Calabria sono legati altri due progetti che covano nella creatività di questo regista: «Portare la Divina commedia in dialetto in luoghi calabresi dalle caratteristiche estreme e un ponte di luce sullo Stretto di Messina. Vedremo».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA