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Giulio Scarpati

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LA LEGALITÀ dell’esempio che lascia traccia sempiterna. Quella di Rosario Livatino, il magistrato trucidato dalla criminalità organizzata nel 1990 per aver rivestito il suo ruolo con “ingombrante” rettitudine in una Sicilia complessa, rientra di certo tra queste.

Lo testimonia pure la sua beatificazione il 9 maggio prossimo (la prima nella storia della Chiesa per un rappresentante di questa professione). Giulio Scarpati che interpretò “Il giudice ragazzino” nella pellicola del 1994, diretta da Alessandro Di Robilant ha virtualmente emozionato ieri gli studenti degli istituti superiori coinvolti nel Magna Graecia Film Festival- School in The City (iniziativa ideata da Gianvito e Alessandro Casadonte nell’ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola promosso dal Mibac e dal Miur giunta alla terza edizione).

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«Rosario mi ha regalato una grande avventura. La sua pacata determinazione, l’integrità, la timidezza nelle relazioni e nel linguaggio del corpo, sono gli elementi tramite i quali ho provato a restituirne la dimensione eroicamente umana» ha commentato l’attore. Un passaggio di testimone che fa leva sul risvolto civile e sociale del suo mestiere.

Ripercorrendo la lavorazione del film e l’intimo incontro con i genitori di Livatino nonché la necessità per un artista di calarsi in vissuti lontani dal proprio per esplorarli, Scarpati ha più volte posto l’accento sul valore catartico dell’arte. «Indagare se stessi attraverso l’espressione artistica significa fare i conti con i lati oscuri, assorbire tutto il buono dei personaggi a cui si presta il volto e capire la realtà», ha affermato nel perorarne la valenza formativa.

Di un’istruzione capace di valicare i banchi per abbracciare altri orizzonti, ha parlato pure don Giacomo Panizza dell’Onlus “Comunità Progetto Sud” di Lamezia Terme, da tempo impegnato nella lotta alle mafie e nel recupero di detenuti e tossicodipendenti ai quali, recitare offre inedite chiavi introspettive.

Le maestranze cinematografiche incantano ancora i ragazzi: intervallati dal giornalista Antonio Capellupo, gli allievi dell’ l’Iis E. Fermi, l’Ite Grimaldi-Pacioli, l’Iis Petrucci- Ferraris, il Liceo scientifico L. Siciliani, l’Ita V. EmanueleII, I’Itts E.Scalfaro, il Liceo classico P. Galluppi di Catanzaro, l’Istituto salesiano Sant’Antonio da Padova di Soverato ed il Liceo coreutico T. Campanella di Lamezia Terme, hanno interagito con Giulio Scarpati, proponendo (nel caso dell’istituto lametino) una video-performance in cui «l’atmosfera del tango tramite un’accurata scelta della musica e della coreografia – precisano la dirigente Susanna Mustari ed una studentessa che ha preso parte al progetto – ricalca la drammaticità e l’eredità della vicenda di Rosario Livatino in termini di consapevolezza illuminata».

L’avventura della rassegna cinefila calabra, continuerà a promuovere (incontrando personalità come Giorgio Iovino e Vinicio Marchioni) il valore di una cultura trasversalmente intesa.

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