Maggio 2010: l’assessore alla Cultura del Comune di Catanzaro Antonio Argirò con Gigi Proietti incontrano le compagnie teatrali
2 minuti per la letturaERA il 2010. Fu l’anno in cui Gigi Proietti abbracciò la Calabria. Prima e dopo le sue presenze furono piuttosto sporadiche. Ma quell’anno lì era diventato di casa. Le circostanze furono due: a gennaio, nelle vesti di regista del Nabucco, e a maggio per tre serate del suo spettacolo “Di nuovo buonasera”.
Quel Nabucco fu una visita a sorpresa. Lo spettacolo era in cartellone il 4 e il 6 gennaio, subito dopo la prima tappa di Salerno. Di Proietti nessuna traccia, solo le voci che si rincorrevano su una sua possibile presenza, presenza che si materializzò, quando quasi nessuno ci sperava più, il pomeriggio del giorno della Befana.
Arrivò al Politeama praticamente come uno spettatore qualsiasi ma la voce che il Maestro ci fosse esplose subito in città e diventò uno spettacolo nello spettacolo. Seguì la serata in piedi, dalle ultime file del Politeama e poi si lasciò andare ai complimenti: «La verifica che avevamo fatto a Salerno – disse – ci aveva fatto pensare che l’operazione era riuscita. Qua, però, è stata una cosa grandissima che non mi aspettavo, con un pubblico competente».
Fu una serata che sancì una collaborazione importante tra Politeama e teatro Verdi di Salerno «perché io – aggiunse Proietti – ho sempre auspicato che i teatri, invece che farsi le guerre, cercassero delle energie e degli scambi veri e produttivi».
E un’altra collaborazione avvenne. A maggio dello stesso anno, infatti, Gigi Proietti salì sul palcoscenico del Politeama per tre serate, un’idea nata anche per i buoni uffici del direttore generale Marcello Furriolo, il direttore artistico Mario Foglietti e l’assessore comunale alla Cultura Antonio Argirò. Politeama esaurito e Proietti che restò insieme a tutta la sua compagnia per un’intera settimana nel capoluogo calabrese.
Nel tour cittadino venne incluso anche un incontro con le compagnie teatrali e le scuole di recitazione del territorio nella biblioteca di Palazzo de’ Nobili. Quasi due ore e mezza di discussione con responsabili di compagnia, chi sognava di fare l’attore, magari nella sua città senza essere costretto ad emigrare, chi ammetteva con la voce tremante: «Sto parlando col mio idolo». Risposte per tutti. Pomeriggio indimenticabile.
Spazio anche a una bambina che disse: «Io non ce l’ho la passione per il teatro: come devo fare?». Risposta: «Mica ce l’hanno tutti. Magari ti appassionerai a qualche altra cosa. Nella vita è quello l’importante. E vedrai che una passione presto riuscirà a farsi strada da sola». Maestro.
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