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CATANZARO – «Gli italiani stanno ancora aspettando l’apertura delle regioni, cercando di capire anche le caratteristiche del bonus vacanza. Ad oggi solo metà delle persone ha scelto di partire. Sarà l’anno della valigia pronta, con prenotazioni sotto data a causa della preoccupazione che ancora serpeggia».

A quasi due settimane di distanza dalla fine del lockdown, le prospettive turistiche sembrano ancora sospese. L’analisi all’AGI è quella di un tour operator che opera in Calabria: “Gigante Viaggi” gestisce centinaia di migliaia di presenze all’anno, grazie ad una organizzazione giovane, che ha scelto di puntare su strutture turistiche disseminate tra i luoghi più suggestivi di questa terra e con un format che ha riscosso successo.

Nella sede in provincia di Catanzaro, Antonio Corea (responsabile programmazione), Paolo Scudieri (responsabile commerciale) e Claudia Gigante (amministratore delegato), fanno toccare con mano l’andamento del turismo a pochi giorni dall’avvio della fase 2, mentre gli operatori rispondono alle richieste che arrivano da ogni zona d’Italia. «Prima della pandemia – ha sottolineato Corea – avevamo registrato una controtendenza perché avevamo avuto forti risposte in bassa stagione, grazie anche ai collegamenti aerei tra Lamezia Terme e Bergamo. Una inversione registrata già nel mese di novembre, ma che è stata completamente annullata durante il Covid con decine di cancellazioni».

La situazione, oggi, è di una lenta ripresa: «Sono partite le richieste di preventivo – ha affermato Scudieri – ma la gente chiede soprattutto notizie sul bonus, per il quale era passato il messaggio di soldi pronti per i cittadini. La realtà, con detrazioni dalle tasse, ha spiazzato molti e non sembra convincente». Diversa l’impostazione turistica per la Calabria, come per altre regioni del Sud: «Per le città d’arte serve un messaggio che evidenzi l’apertura, come fatto in Spagna, ma il turismo balneare è diverso. Il turismo straniero è limitato ad alcune aree della nostra regione, come nel Vibonese, e registra numeri soprattutto in bassissima stagione, ma bisogna tenere conto che il turismo italiano è fatto di micro settori con esigenze diverse».

La politica commerciale non ha subito, però, particolari modifiche: «Nonostante il cambio dei servizi – hanno sottolineato Corea e Scudieri – i prezzi tendono a diminuire o al massimo mantengono la linea pre-Covid, ma il rischio concreto è quello di nuovi debiti per le società del settore e la forza lavoro sarà quella maggiormente penalizzata. La tendenza è quella di un 50% di utilizzo della capienza delle strutture, con il fatturato al 60%, ma questo sta spingendo molti a non aprire e saltare completamente questa stagione estiva perché c’è la paura di non riuscire a garantire la sicurezza, specie nei piccoli villaggi».

La scommessa della Calabria può essere, però, importante: «Abbiamo un punto a nostro favore – affermano Corea e Scudieri – ed è rappresentato dal basso numero di contagi. Le nostre spiagge sono chilometriche, soprattutto sulla ionica, e possiamo andare oltre con una villeggiatura che consenta di vivere il territorio tra mare e monti. A questo si aggiunge la qualità del mare che ha pochi eguali in tutta Italia».

Qualche critica è rivolta alle scelte della politica: «A noi serve poco la pubblicità per il turismo, servono piuttosto trasporti, voli, collegamenti. Qualsiasi forma di trasporto che abbia un costo accessibile, perché servono a poco i treni Italo e Frecciarossa se dovessero mantenere costi elevati. Quindi – hanno spiegato – occorre migliorare i collegamenti all’interno della stessa regione, perché abbiamo tante potenzialità che non sono gestite bene. Purtroppo, gli operatori del settore sono stati lasciati soli sia in termini di sostegno economico che di progettazione, senza essere nemmeno ascoltati per normali suggerimenti».

C’è poi una forza della Calabria che diventa trainante e che può fare una ulteriore differenza: «L’enogastronomia è molto apprezzata per chi sceglie di venire in vacanza nella nostra terra – concludono i giovani manager – in quasi tutti i nostri villaggi c’è una serata calabrese che è molto richiesta e apprezzata».

Il mix ideale, dunque, unisce il territorio, il mare e l’enogastronomia, ma per raggiungere questo paradiso mancano collegamenti adeguati e, soprattutto, economicamente sostenibili. Solo così il virus sembra meno preoccupante.

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