Cleto Corposanto
3 minuti per la letturaCATANZARO – Coronavirus, uno sguardo sociologico e due hashtag a fare da filo rosso: #stateacasa e #celastiamomettendotutta. L’iniziativa è la prima del genere in Italia e parte dalla facoltà di Sociologia dell’ateneo Magna Graecia di Catanzaro. In sintesi, si tratta del primo esperimento di lezione congiunta di Sociologia in Italia, realizzato alla UMG di Catanzaro, da un gruppo di docenti che ha sempre avuto nel dna accademico l’attenzione ai temi della salute e della malattia, dei sistemi sanitari e della cura delle fragilità sociali. L’urgenza e le motivazioni sono tutte negli interrogativi da cui parte la lezione pilota.
«Cosa hanno da dire i sociologi in questo momento di grande tensione per tutto il Paese, piegato difronte al devastante impatto provocato dalla pandemia? Come cambiano i rapporti e le relazioni sociali in tempo di quarantena e di forzata permanenza fra le mura domestiche? Che ripercussioni sociali hanno il (non) lavoro – o il lavorare da casa – l’istruzione a distanza, l’onda di informazioni scientifiche o pseudotali, la gestione del tempo? Che valore assume il concetto di comunità?» ci si chiede presentando l’iniziativa. Punti di domanda, ai quali si cercherà di dare una risposta nel corso della lezione congiunta agli studenti di Sociologia mercoledì 15, dalle 10 alle 13, in diretta streaming sulla piattaforma d’Ateneo. Parteciperanno i Prof. Cleto Corposanto, Charlie Barnao, Eleonora Venneri, Guido Giarelli, Umberto Pagano, Beba Molinari, Francesco Caruso ed Emilio Gardini. I corsi interessati sono quelli di Sociologia, Teorie sociologiche, Sociologia del mutamento sociale, Metodologia e tecniche della ricerca sociale, Politiche sociali e sanitarie, Sociologia dell’ambiente e del territorio.
Per saperne di più la parola al coordinatore della Facoltà di Sociologia, il professore Cleto Corposanto a cui abbiamo chiesto di anticipare alcuni dei temi che saranno al centro della lezione multimediale.
«A Catanzaro la comunità accademica dei sociologi, che qualche anno fa ha dato vita al progetto di far studiare e apprezzare le scienze sociali nel nostro Ateneo, è costituita da un gruppo di persone che, oltre a collaborare scientificamente, condivide anche molti temi di discussione. In questi giorni di isolamento forzato a casa, abbiamo spesso discusso – con tutti i mezzi possibili e immaginabili a distanza – dei numerosi significati sociali che questo tragico evento riveste. Ora, evidentemente, l’attenzione è tutta per la soluzione della vicenda da un punto di vista strettamente sanitario – sottolinea il professore – Ma ricordiamo che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce la salute come “uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale”. E questa vicenda intreccia gli aspetti strettamente sanitari a quelli propriamente sociali in modo indissolubile. Fra l’altro il nostro gruppo, da sempre, è molto attivo nel campo della teoria e della ricerca su tutti gli aspetti relativi alla sociologia della salute e della medicina. Un terreno di lavoro sul quale, evidentemente, c’è e ci sarà sempre più spazio di lavoro».
Del resto, «quando tutto sarà finito, ci ritroveremo con una realtà sociale profondamente modificata – conclude Corposanto – Il Coronavirus ha fatto improvvisamente conoscere a molta gente il lavoro a distanza, per molti ha significato purtroppo la perdita dello stesso e in generale l’eredità sarà quella di una società che dovrà fare i conti, per un periodo di tempo non dato a oggi, con una distanza fisica che sarà la nuova chiave interpretativa dei rapporti sociali».
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