Il corteo di Libera a Catanzaro
3 minuti per la letturaCATANZARO – Un corteo con migliaia di persone, partito dal piazzale antistante l’area cimiteriale di Catanzaro. L’associazione Libera, in collaborazione con Avviso Pubblico, è scesa in piazza per la Giornata nazionale della memoria e delle vittime di mafia che quest’anno apre la primavera nel capoluogo calabrese. Una manifestazione che arriva nel capoluogo calabrese il giorno dopo la grave intimidazione ai danni del cantiere per la realizzazione della metropolitana (LEGGI), a conferma di una delicata condizione criminale che interessa la città.
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Il corteo è composto da studenti provenienti da tutta la regione, organizzazioni sindacali, associazioni, amministratori e tanti cittadini. Una folla umana colorata, con tantissime bandiere di libera e le foto di tante vittime innocenti di mafia per chiedere giustizia. Nel corteo sfilano anche don Ennio Stamile, coordinatore regionale di Libera; l’ex assessore regionale Federica Roccisano; il presidente della commissione regionale contro la ‘ndrangheta, Arturo Bova; il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, reintegrato da pochi giorni dopo la vittoria al Tar del Lazio contro lo scioglimento per mafia.
Il prefetto di Catanzaro, Francesca Ferrandino, ha affermato: «Lo Stato sono anche e soprattutto le istituzioni e i cittadini: oggi è la giornata in cui si risvegliano le coscienze per la cittadinanza attiva, e vorrei che fosse primavera per la cittadinanza attiva, perché i pilastri su cui si poggiano una democrazia e la giustizia sociale sono i cittadini e la mente libera dei cittadini».
LA VIDEOINTERVISTA A DON ENNIO STAMILE
Molti anche i familiari di alcune vittime innocenti di mafia che hanno aperto il corteo. Tra loto la mamma di Gianluca Congiusta; la mamma di Massimiliano Carbone; la mamma di Celestino Maria Fava e la figlia di Bruno Vinci di Serra San Bruno. In Piazza Prefettura, luogo di riunione del corteo, è stata data lettura dei mille nomi di vittime innocenti della mafia.
Nel suo intervento, don Ennio Stamile ha lanciato un appello: «Catanzaro svegliati perché la ‘ndrangheta è presente anche qui nonostante non uccida. È presente nello spaccio, nel pizzo, nell’usura. E pervasiva. Siamo a Catanzaro – ha aggiunto – perché sono i familiari delle vittime ad aver chiesto che la manifestazione si svolgesse qui, nel capoluogo di regione. Bisogna scuotere questa città dal torpore. Svegliarsi senza mai abbandonare le famiglie perché il loro grido di giustizia deve essere rappresentato da tutti».
Nel corso dell’iniziativa, svoltasi in diverse città, c’è stato anche un collegamento con la piazza di Padova – sede della manifestazione nazionale – per ascoltare in diretta le parole di Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera.
«Dobbiamo comprendere – ha affermato ancora don Ennio Stamile – che senza il nostro impegno quotidiano neanche queste manifestazioni servono. Scuotiamo questa città dal torpore. Facciamo sì che i nostri percorsi quotidiani diventino percorsi per democratizzare lo sviluppo. Serve più lavoro, una malasanità debellata in Calabria. Non ci deve essere più caporalato. Mai più vittime e non solo quelle innocenti della ‘ndrangheta, ma parlo anche di quelle che subiscono il caporalato, i nostri immigrati lasciati soli, quelli che devono andare via da questa regione per motivi di salute. Da questa piazza parta questo impegno».
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