Noemi Spinetti
3 minuti per la letturaStorie di chi torna e scommette sulle professioni del futuro. Come Noemi Spinetti: «Durante la pandemia ho capito che avrei potuto raccontare la Calabria attraverso i social»
CATANZARO – Ventisette anni, nata a Catanzaro e residente a Davoli. Nella biografia di Noemi Spinetti – 160mila seguaci su TikTok, 58mila su Instagram e altri 50mila su Facebook – c’è anche una parentesi londinese. «Quella – racconta – che mi ha fatto capire, durante la pandemia, che avrei potuto raccontare la Calabria attraverso i social». Detto, fatto. Viaggiare in un lungo e in largo sul territorio, scoprirne i meandri più nascosti e illustrarne gli aneddoti è ciò che attualmente fa di mestiere la giovane laureata in Comunicazione e Dams all’Unical.
«A Londra nel corso del lockdown avevo molto tempo libero – dice – Ho iniziato a utilizzare TikTok, raccontando le differenze culturali tra Italia e Inghilterra: il format riscosse molto successo, ma in tantissimi mi inviavano insulti a causa del mio accento calabrese. Così – aggiunge – ho pensato di continuare a fare ciò che stavo facendo e di basarmi esclusivamente sul racconto della Calabria, per disgregarne stereotipi e luoghi comuni».
Tornata nella sua terra, Spinetti ha dunque avviato – con grossi risultati – il progetto. «La scorsa estate – dichiara – ho raccontato, visitandoli, ben settanta luoghi della Calabria, indicando quaranta esperienze da poter realizzare dal Pollino all’Aspromonte. Questo tour, dal nome “Incalabriamoci”, nonché seguitissimo sui miei canali e replicato da moltissime altre persone, è poi diventato un documentario, fruibile su YouTube dal prossimo 21 marzo. Un progetto – dice ancora – sostenuto da diverse aziende calabresi e non, ma che non ha ottenuto il patrocinio di enti o istituzioni del luogo: chiamati a collaborare, hanno detto no».
Se la politica dice «no», ci sono imprenditori, ristoratori e operatori del settore turistico che, al contrario, iniziano a comprendere quanto sia fondamentale per le loro attività il cosiddetto “digital creator”. «Sono davvero tante le aziende che mi cercano per l’appunto per la creazione di contenuti originali. Per me è un lavoro, questo – dichiara – Un lavoro “da ventiquattr’ore su ventiquattro” e che dietro ha un grande studio: bisogna conoscere la storia dei luoghi che si raccontano, e poi c’è la parte dell’editing, dei video, del marketing».
Un mondo nuovo, nuove frontiere. Soprattutto per il settore turistico. «Un digital creator – dice Noemi Spinetti – può davvero fare la differenza, e io lo riscontro coi miei follower: ci sono calabresi e residenti in tutta Italia, ma anche emigrati all’estero che vogliono fare un viaggio in regione e hanno bisogno di suggerimenti».
Continuano a non mancare, tuttavia, i commenti negativi. «Quando ci si espone così – afferma Spinetti -, bisogna mettere in conto tutto quanto: io continuo a ricevere critiche e insulti. Molto spesso è tutto gratuito e quindi mi lascio scivolare tutto addosso, quando invece le critiche sono costruttive, ben vengano». E il futuro? «Io lo vedo com’è ora: vorrei continuare a svolgere questo lavoro, influenzando positivamente le persone e facendogli cambiare idea sulla Calabria: terra da visitare e, veramente, da amare».
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