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LAMEZIA TERME – Gravissimi disagi e diritti negati ai cittadini disabili o fragili in arrivo o in partenza dall’aeroporto di Lamezia Terme. Il transito dall’aeroporto si può rivelare estremamente difficoltoso se non disagevole, al limite dell’umiliazione, per quei cittadini che presentano disabilità croniche o passeggere allorquando si determinano situazioni spiacevoli che non facilitano il passaggio.
Sia per la precarietà strutturale, ovvero la mancanza di servizi efficienti, e sia per le situazioni di angoscia che portano al disprezzo del cittadino che presenta una qualsivoglia patologia.È quanto emerge dalla cronaca quotidiana, come è accaduto, ancora per l’ennesima volta, alcuni giorni fa, quando alcuni vettori aerei, come la Ryanair, Easy Jet e Blue Air, sono stati costretti a ritardare le partenze di oltre un’ora.
«È non è la prima volta – dicono alcuni operatori – che questo accade, il nostro servizio PRM (passeggeri con disabilità, a mobilità ridotta oppure anziani) non offre un trattamento ottimale perché mediamente ogni giorno ci sono circa 100 passeggeri che hanno bisogno di noi, su 50 voli quotidiani, con 15 addetti che si alternano sulle turnazioni H24. Il nostro servizio è come un pronto soccorso, perché scortiamo i soggetti fragili dal parcheggio auto, al check in bagagli, fino all’imbarco/sbarco sull’aereo. Ognuno ha un problema, una patologia, o disabilità, oppure bambini o soggetti fragili».
Qui non si tratta solo di barriere architettoniche, ci sono anche barriere psicologiche e strutturali che spesso rischiano di vanificare e invalidare il servizio PRM all’aeroporto internazionale di Lamezia.
«Se viene uno “barellato” ci voglio minimo 2 addetti al servizio, su 3 ad ogni turno sia per gli arrivi che per le partenze – affermano gli operatori – a volte accade un’altra cosa anomala quando c’è un picco di voli, siamo costretti a rendere anche lo straordinario “non retribuito”. Insomma non si comprende come mai ci sia una cassa integrazione continua, aperta, nonostante i sindacati abbiano più volte sollevato il problema. Questo della cassa integrazione può arrecare un grave danno all’INPS».
Il gestore aeroportuale, nel nostro caso la Sacal spa, è tenuto a prestare ai passeggeri disabili o a mobilità ridotta tutte le forme di assistenza necessarie nel momento in cui si trovano in aeroporto fino all’imbarco sull’aereo; sarà la compagnia aerea a offrire la dovuta assistenza durante il volo.Per rispondere alle esigenze specifiche delle persone con disabilità, a mobilità ridotta o anziani (PMR), l’Unione europea ha disposto, infatti, in tutti gli aeroporti comunitari, regole comuni che prevedono assistenza dedicata al fine di garantire la libera circolazione anche tramite l’utilizzo del mezzo aereo senza discriminazioni e senza costi addizionali.
Le tutele previste dalla normativa europea sono riconosciute a “qualsiasi persona la cui mobilità sia ridotta, nell’uso del trasporto, a causa di qualsiasi disabilità fisica (sensoriale o locomotoria, permanente o temporanea), disabilità o handicap mentale, o per qualsiasi altra causa di disabilità, o per ragioni di età, e la cui condizione richieda un’attenzione adeguata e un adattamento del servizio fornito a tutti i passeggeri per rispondere alle esigenze specifiche di detta persona”.
Se la classe dirigente politica calabrese ha esultato al cambio di passo della Sacal, che gestisce i tre scali calabresi (Crotone, Lamezia Terme e Reggio Calabria), tornata in mano pubblica, non accade lo stesso per i passeggeri disabili, che vedono il depauperamento degli standard minimi del servizio PRM oltre che della mancata rimozione delle loro cause. Non si possono abbassare gli standard minimi, determinati a livello europeo e nazionale, a spese dei soggetti fragili, che già soffrono per le loro patologie.
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