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La processione dei Vattienti a Nocera

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CATANZARO – Riti che si tramandano da secoli, di generazione in generazione, per uno dei periodi più intensi per i calabresi e per il percorso di fede. La Pasqua rappresenta in Calabria uno straordinario esempio di sacralità mista ad appuntamenti che hanno un indirizzo quasi profano.

Per affrontare al meglio questo periodo, tutte le Prefetture calabresi hanno riunito il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica disponendo particolari misure di sicurezza per le manifestazioni ed i riti legati alle festività pasquali. In vista delle processioni e dei riti, “sono state definite linee guida operative mirate a garantire le esigenze di security e safety” per la salvaguardia della sicurezza”.

Il livello di attenzione è stato elevato anche con riferimento al turismo religioso, che vede protagonista il Santuario di San Francesco di Paola, ove è prevista la presenza di oltre 10.000 pellegrini nelle giornate del sabato santo e della Domenica di Pasqua.

Inoltre la presenza di neve a Camigliatello e Lorica, in cui sono aperti gli impianti sciistici, vedrà una massiccia affluenza di sciatori. Rispetto alla circolazione stradale, resa difficoltosa da alcuni cantieri attivi sia sull’autostrada A2 del Mediterraneo, sia sulla statale 18 in località Campora, è stato disposto il potenziamento della vigilanza sulle strade.

Per le giornate di Pasqua e Pasquetta, resteranno aperti i Musei nazionali (LEGGI).

I riti della Pasqua

Tra i tanti riti si inizia comunque oggi, giovedì, con la lavanda dei piedi che, in molti casi, assume una valenza simbolica, dal momento che molte parrocchie calabresi da anni hanno iniziato una serie di testimonianze in nome dell’accoglienza e dell’unione, inserendo anche extracomunitari in queste funzioni.

Dal venerdì, invece, si passa ad una ritualità in certi casi dai toni forti, come nel caso dei “Vattienti” di Nocera Terinese che ripropongono la passione di Cristo attraverso gesti solenni con uomini che si procurano ferite sul corpo con un pezzo di sughero a cui sono fissati vetri taglienti. Ma tra i riti pasquali in Calabria ci sono tanti altri esempi di devozione, come la “Naca” di Catanzaro, con la culla che custodisce il corpo di Cristo portata a spalla per le vie del centro storico.

Ed ancora i riti delle processioni di Vibo Valentia, con la Madonna Addolorata che cerca la tomba del figlio, oppure quella di Mammola, Reggio Calabria, Mesoraca, Cerchiara, Briatico e tanti altri centri, dove si rappresentano la sofferenza di Cristo fino alla suggestiva resurrezione, come nel caso delle “Affruntate”.

In alcuni centri, le processioni sono accompagnate dal suono di piccoli strumenti a fiato realizzate a mano ed in maniera artigianale, secondo tradizioni antichissime. Tanti, inoltre, i paesi legati alla rappresentazione della Passione di Cristo, con vere e proprie opere teatrali messe in scena dai fedeli con un impegno che coinvolge spesso quasi tutta la comunità.

Tradizioni pasquali in tavola

I riti sacri si uniscono quindi a quelli più profani, come nel caso degli appuntamenti con i prodotti tipici di questo periodo. Sulla tavola si prepara un menù assolutamente legato alle tradizioni. In testa alle scelte dei calabresi ci sono i prodotti locali, con dolci, frutta e verdure, ma davvero in pochi sembrano rinunciare al tradizionale agnello. Per il giorno di Pasqua spazio anche alla pasta fatta in casa, caratteristica in tutti i periodi di festa, mentre tra i dolci primeggiano la “cuzzupa”, i “mostaccioli” e le “nepitelle”.

A Pasquetta, invece, le programmate scampagnate sono legate alle incerte previsioni meteo. Le mete più gettonate sono soprattutto quelle legate alle località di montagna, ma in molti sono pronti anche a trascorrere qualche ora nelle zone costiere per la prima giornata in spiaggia. Per chiudere nel migliore dei modi queste festività, i calabresi scelgono per Pasquetta la consueta frittata di uova e l’immancabile grigliata di carne. (sa.pu.)

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