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CATANZARO – Quando qualche settimana fa il progetto era stato illustrato in conferenza stampa non tutti, forse, avevano capito la grande portata dell’iniziativa. L’appellativo più volte utilizzato è stato quello di “lido per disabili”. Quasi con un’accezione negativa, come se si trattasse di una struttura ghetto, ad uso esclusivo dei “meno fortunati”.
Ora che il Valentino Beach Club ha preso corpo e la sua attività è a pieno ritmo, ci si rende conto di tutt’altro. Perché quella struttura balneare in località Giovino, nel quartiere marinaro del capoluogo, rappresenta un’esperienza unica non solo in Calabria, ma in tutto il territorio nazionale.
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D’altronde, il concetto era stato spiegato bene dai membri della Cooperativa Zarapoti, sodalizio guidato da Fabio Corigliano, operante da vent’anni sul territorio catanzarese nel sociale (soprattutto nell’ambito della prevenzione per le dipendenze patologiche) e che ha rilevato la struttura balneare. «L’intento è quello di mettere su un lido accessibile al 100% a tutta la popolazione, dai normodotati ai diversamente abili, dagli anziani ai bambini, dalle famiglie agli amici a quattro zampe» avevano annunciato. Inclusione, integrazione, abbattimento di ogni barriera, azzeramento delle diversità.
Questi i valori di fondo che hanno trovato concreta applicazione. Il Valentino Beach Club, infatti, può oggi definirsi come la prima, e per il momento unica, struttura balneare in Italia priva di ogni barriera architettonica e all’interno della quale tutti, proprio tutti, sono liberi di muoversi in completa autonomia.
Il progetto messo in piedi grazie alla collaborazione tra la componente tecnica e sociale della Cooperativa Zarapoti, ha pensato proprio a tutto. Basta entrare in quello che, dall’esterno, sembra un lido come tutti gli altri, per rendersene conto. La struttura è dotata di 22 oasi in legno (18 hanno una dimensione di 4×4 metri, le altre 4 sono 4×3 m) allestite con due ombrelloni, due lettini e una sdraio. Ognuna è dotata di presa di corrente e di illuminazione (cosa che, nelle ore serali, le trasforma in dei suggestivi balconi sullo Jonio), e di wifi gratuito. Tra loro, sono collegate da un sistema di passerelle attraverso le quali il disabile in carrozzina, o, ad esempio, una mamma con il passeggino, può muoversi con facilità e in modo indipendente. Sul lato anteriore, fronte mare, la spiaggia è dotata di 60 ombrelloni con sdraio e lettini. Ma se un disabile vuole fare il bagno? Nessun problema, le alternative non mancano. Oltre alle carrozzine “job”, dotate di ruote speciali per favorire il trasporto a braccio sulla sabbia, c’è la vera punta di diamante dello stabilimento.
Si tratta del sistema Seatrac, una passerella realizzata dai greci della Tobea la cui installazione è stata completata in questi giorni e che consente al disabile, o alla persona con problemi di mobilità, di essere trasportato, in autonomia, fin dentro il mare (vedi box sotto). Le sorprese, tuttavia, non sono finite. Il Valentino ha infatti pensato anche ai più piccoli, con un’area a loro dedicata, all’interno della quale accanto ai tradizionali giochi campeggia l’altalena per le carrozzine; e alle famiglie con i cagnolini, con una dog area per il soggiorno degli animali, custoditi da una dog sitter. Uno staff composto da 12 persone (il gruppo della Zarapoti con l’aggiunta del personale di servizio e di due bagnini) è completamente a disposizione della clientela.
I prezzi? Nella media di un comunissimo stabilimento balneare, con la possibilità di abbonamenti settimanali e mensili. «Quest’idea – spiega Ampelio Anfosso, vicepresidente della Cooperativa – ci frullava in testa già da un po’, da quando un nostro membro ha perso una persona cara senza che questa avesse mai potuto vedere il mare a causa della sua disabilità. Oggi, grazie all’impegno di tutti noi e al supporto che ci è venuto dalle persone comuni, il nostro sogno è finalmente realtà».
Tante le spese (l’iniziativa è interamente autofinanziata), tanti i sacrifici per iniziare questa avventura. «Ma consentire a tutti, anche a chi prima non poteva, di godersi la propria vacanza – dice Anfosso – è una soddisfazione enorme che ripaga di tutti gli sforzi compiuti». Il bilancio di queste prime settimane è più che positivo, non sono mancati i momenti di forte emozione (soprattutto con l’arrivo di qualche bambino che il mare, finora, lo aveva potuto solo immaginare) e i contatti anche dall’estero (da Cipro, dalla Spagna, dagli Stati Uniti) da parte di famiglie interessate a trascorrere qui la loro vacanza, proprio in virtù dell’opportunità data da una struttura del genere. «In molti ci hanno scritto che questo è un motivo in più per fare turismo in Italia e in Calabria» racconta Anfosso, visibilmente soddisfatto. E allora, cos’altro dire. Buon mare a tutti. A tutti davvero.
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