Un tratto di spiaggia del villaggio Marina del Marchese di Botricello
5 minuti per la letturaCATANZARO – «Tutto quello che facevamo senza pensare alle distanze potrà essere ripetuto tenendo conto delle nuove condizioni, perché chi scegli una vacanza in un villaggio turistico cerca il divertimento e questo principio non può essere snaturato». Marco Procopio è il direttore aziendale della Mdm, società della famiglia Laino che gestisce in Calabria i villaggi Marina del Marchese beach resort, 4 stelle con sede a Botricello, sulla costa ionica catanzarese, e Calaghena Hotel Villaggio di Montepaone, 4 stelle situato anch’esso sulla costa ionica.
La crisi sanitaria e quella economica non hanno stravolto la visione positiva di un giovane manager nato in questo settore, ma lo hanno forgiato e calato in una mission completamente rinnovata. Per questo, Procopio guarda al futuro con fiducia mista ad estrema concretezza. A guidare questo periodo complesso è la volontà di «anticipare l’evoluzione dei tempi, rimboccandoci le maniche nella cognizione che il primo impulso debba venire da noi». Ed è questa filosofia che guida le scelte da compiere in queste giornate, certi che «sarà una vacanza diversa, dove mancheranno gli abbracci e i contatti fisici, ma si potrà fare tutto rispettando semplici regole».
Le prospettive illustrate all’AGI da Procopio lasciano uno spiraglio: «Chi aveva prenotato nei nostri villaggi prima dell’emergenza Covid-19 non ha disdetto. Siamo alla settima stagione nella gestione della struttura di Botricello e abbiamo clienti affezionati, e questo ci ha permesso di difenderci bene. Al momento apriamo con una base di un quinto di presenze rispetto allo scorso anno, ma contiamo di recuperare con l’apertura delle regioni che ci auguriamo possa avvenire l’1 giugno». C’è, dunque, una speranza nelle parole del giovane manager: «Negli ultimi giorni abbiamo registrato una maggiore curiosità nel prodotto vacanza e dopo la fine del lockdown sono arrivate le richieste di preventivi. Il Governo ha assicurato che l’italiano andrà in vacanza e noi ci siamo organizzati per accoglierli con le nostre linee guida interne che abbiamo già pubblicato».
Davanti alla domanda se si è in ritardo sulla tabella di marcia, Procopio risponde senza tentennamenti: «Siamo già in ritardo, vogliamo aprire il 20 giugno, ma non abbiamo certezze che le regioni saranno aperte e non avendo linee guida ufficiali ci siamo dovuti attrezzare». Chiusa a priori l’ipotesi di un turismo regionale («sarebbe inimmaginabile»), Procopio ha voluto anticipare i tempi anche sulle soluzioni da adottare.
Iniziando dalla spiaggia, dove l’idea, già simulata sulla spiaggia bianca di Botricello, è quella di vere e proprie isole per ogni nucleo familiare. Ombrelloni e sdraio saranno circondati da un cordone che consentirà di ottenere un effetto pratico e suggestivo: «Nel villaggio Marina del Marchese – spiega Procopio – abbiamo a disposizione 11.000 metri quadri di concessione demaniale, mentre nel villaggio Calaghena la concessione è di 6.000 metri quadri, quindi chi viene in Calabria troverà uno spazio personalizzato con 50 metri quadri ad ombrellone per la struttura di Botricello e 35 metri quadri ad ombrellone per Montepaone». Una proposta talmente suggestiva da avere trovato ampio spazio sulle riviste dei tour operator russi, da sempre conoscitori di questi villaggi. Ma l’estate targata Calabria ha voluto puntare anche sulla sicurezza, anticipando le linee guida con il vademecum interno che contiene le regole su accoglienza, misure preventive antivirus, organizzazione del ristorante e degli altri spazi comuni, pulizia e sanificazione delle camere, animazione e gestione del personale.
La critica di Procopio, nella consapevolezza della fase emergenziale, è rivolta alla gestione degli aspetti economici ed organizzativi: «La guida Inail appare anacronistica, perché pensata prima dell’accelerazione del Governo, per questo la speranza è che si possa guardare avanti. Le condizioni per aprire i villaggi devono essere chiarite prima possibile – ha aggiunto – nella consapevolezza che la struttura debba avere la garanzia di non avere alcuna responsabilità penale o civile in caso di contagio se rispetterà i futuri protocolli che dovranno essere chiari e attuabili».
A questo si aggiunge la mancanza di aiuti concreti: «Per ora solo tante parole – sottolinea Procopio – ora speriamo di passare ai fatti, siamo fiduciosi, comprendiamo i ritardi, ma bisogna accelerare, rivedendo anche la formula del fondo perduto che non può essere calibrato sulla fatturazione di aprile».
Nota dolente è quella legata agli aspetti economici e occupazionali: «Ci sarà una contrazione delle assunzioni per quantità e per durata in tutti i nostri settori, anche se è difficile fare previsioni, basta immaginare che lo scorso anno siamo stati aperti dal 24 aprile al 20 ottobre, mentre quest’anno speriamo di poter utilizzare il periodo tra il 20 giugno e il 12 settembre, specie se non sarà aperto il mercato estero. Anche il numero delle presenze condizionerà questo aspetto, dal momento che nel solo villaggio di Botricello, lo scorso anno, abbiamo registrato 40.000 ospiti, mentre quest’anno contiamo, al momento, su 7.000 conferme». Numeri difficili, ma non cambierà nulla per il turista in termini di costi: «La vacanza per l’albergatore – ha spiegato – costerà molto di più, considerati gli investimenti relativi a dispositivi di protezione, distanziamento sociale e minori presenze, ma sul mercato la vacanza non subirà variazioni, anche perché non possiamo permettercelo».
In questa direzione, è positivo il giudizio di Marco Procopio sull’introduzione del bonus vacanze, giudicata «una buona idea», nella consapevolezza di avere davanti una stagione turistica complessa, ma nella quale tornare a mettere in campo le tante potenzialità di questa terra e le attenzioni di operatori del settore sempre più qualificati.
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mi piacerebbe capire come fa il sig. Procopio a far fare animazione a ragazzi che per far divertire il pubblico spesso devono essere a stretto contatto con lo stesso, a mio parere non è proprio possibile, men che meno far fare o ballare la gente come fosse una discoteca