La passerella di Gabriele Muccino alla Festa di Roma
3 minuti per la letturaCATANZARO – Un grande mazzo di fiori poggiato su una poltroncina in prima fila della sala Gianni Borgna all’Auditorium per la Festa del cinema di Roma. Dedicato a Jole Santelli, demiurga del corto mucciniano “Calabria, Terra mia”, l’ha portato il vicepresidente della Calabria, Nino Spirlì che dalla tragica scomparsa della governatrice è stato chiamato a guidare la Regione. E’ stato lui a chiudere l’incontro dedicato all’anteprima del corto, con un commovente discorso che ha strappato un lungo applauso.
«La Calabria non aveva mai avuto una madre e se l’è donata con Jole, che è stata come madre della sua terra e della sua gente – ha premesso – adesso è morta una madre giovane e ha lasciato degli orfani che come tutti i figli rimasti soli precocemente la porteranno sempre dentro di loro, così giovane, belle e sfrontatamente ricca di cultura, umanità e con la capacità di essere un politico senza mai essere un politicante».
Nella giornata in cui «il suo sogno è diventato realtà», Spirlì ha sottolineato cosa c’è dietro il corto firmato da Muccino che parla di frutti, mare, amore colori e sapori: «La Calabria ha profumi, bellezze e ricchezze artistiche e culturali umane, ogni civiltà che è passata in Calabria ha lasciato una goccia da tutto il mondo, Jole lo sapeva e sapeva che era complicato parlare di questo – ha spiegato – e così ha deciso di puntare sul profumo che c’è in Calabria, ma quel profumo non viene solo dagli alberi e frutti, ma dal lavoro che c’è stato su quella terra».
Il neoreggente della Regione Calabria ha chiarito che Santelli «ha cancellato le brutte pagine dedicate alla Calabria, le ha strappate con una dolce e forte prepotenza di madre e ha deciso che da oggi in poi si dove parlare solo di cose belle della nostra regione. Questo è un prodotto che rappresenterà la Calabria nel mondo come voleva Jole».
Con Jole Santelli «ci sentivamo spesso via chat, è grazie a lei che si è realizzato il progetto. Le mandavo spesso le foto di dove giravamo – racconta il regista -. Mi stavo innamorando della Calabria come lei mi aveva preannunciato. E’ una terra complessa e mutevole, affascinante».
Negli otto minuti «mostro alcuni suoi aspetti», dal «suo mare sublime alle montagne incantevoli a canyon che sembrano quelli della California. Con i paesaggi cambiano anche le persone. Ho provato a fare del mio meglio e l’ho fatto col cuore, cercando di intrattenere e emozionare».
Calabria, terra mia «è nato principalmente dall’energia di Jole Santelli – spiega Raoul Bova, che ha origini calabresi e conosce bene la regione -. Ha voluto il meglio per la sua Calabria, si è circondata di persone che potessero rispettarla, e che ne ricambiassero l’amore».
Per Rocio Munoz Morales, il corto mostra «quanto i posti si arricchiscano e acquistino una bellezza ulteriore quando vengono visti dalla prospettiva dell’amore e del cuore. Il mio ricordo più forte di Jole è il suo amore per questa terra. Mi aveva detto di aver voluto Muccino proprio perché è il regista dell’amore, mentre Raoul e io avremmo potuto portare nella storia l’amore della vita».
Per l’attrice, Muccino «è riuscito a trasmettere la ricchezza di questa regione, E’ un posto che respiri, che vivi. E’ una terra onesta e sfacciata, come la Spagna, mi fa sentire a casa». Il corto, «è stato pensato per essere diviso in mini spot, micro mondi dedicati ai quattro frutti madre. Una campagna che Jole ha concepito con una fruizione nazionale e internazionale».
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