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CATANZARO – «Avendo letto l’articolo apparso sul Quotidiano a firma di Stefano Morelli, Direttore artistico local popular museum nella mia qualità di difensore delle persone offese, non posso che prendere atto che lo stesso Morelli abbia descritto e ritenuto la condotta di tale Cesare Citriniti come “un atto violento e prevaricatore rivolto contro le opere ma anche in egual misura, al meritevole lavoro dei ragazzi di Altrove”». Ad annunciarlo è l’avvocato Amedeo Bianco, in merito alla denuncia lanciata da Stefano Morelli sulle colonne del nostro giornale. Da qualche giorno, infatti, circolava su Facebook un video pubblicato in diretta da Cesare Citriniti (Allcity King Cesare) che ritrae lo stesso artista “sfregiare”, sovrapponendosi con una propria opera, alcune opere murali realizzate nell’ambito della terza edizione di Altrove festival.

«È assolutamente chiaro – prosegue l’avvocato Bianco – che Cesare Citriniti abbia commesso un reato e che per tale reato debba essere perseguito. L’associazione WakeUp in primis e l‘Autore dell’opera d’arte irrimediabilmente distrutta – Daniel Gotesson più conosciuto con lo pseudonimo “Ekta” – hanno infatti deciso di denunciare presso la Procura della Repubblica il danneggiamento posto in essere da Citriniti. Non mi pare dunque – conclude l’avvocato – che la condotta del giovane writer possa essere in alcun modo e in alcuna misura essere giustificata riconducendola nell’alveo di una “protesta politica”: anche le proteste possono (e devono) essere contenute nei limiti del lecito». Il direttore artistico di Local museum, Stefano Morelli dalle colonne del Quotidiano del sud aveva ricostruito, nell’intervento in questione, l’accaduto, condannando il gesto e suggerendo all’autore che “non tutte le battaglie è bene combattere” ma introducendo nel dibattito alcuni significativi elementi di riflessione.

«Cesare Citriniti – scrive Morelli – interpreta lo sfregio come protesta politica, mettendoci la faccia, contro i criteri di selezione che portano alla realizzazione delle opere in contesti legali e pubblici, e questo, nonostante l’antipatia per il gesto non può essere liquidato, specie dagli addetti ai lavori, come l’atto di un vandalo; è un atto critico, sfrontato e distruttivo, ma un atto critico innegabilmente». Tutto ciò per dire che lo sfregio, per quanto grave e imperdonabile, può implicare profonde valenze intellettuali. Il punto di vista di uno studioso d’arte in una città in cui, grazie al lavoro messo in campo da Altrove, la street art e le sue declinazioni, sono entrate di fatto nel dibattito pubblico.

LA NOTA DEI RESPONSABILI DEL MOVIMENTO ALTROVE

«Non siamo soliti spostare il dibattito sociale e culturale dalla vita vera a quella virtuale. Generalmente ci divertiamo a discutere dal vivo del nostro operato con chiunque ne abbia voglia e tempo. Ma qualche giorno fa un’opera d’arte donata alla città ha subito uno sfregio violento e indegno, che non rientra in nessuna logica, né del mondo dell’arte né di quello della strada. Un gesto che rappresenta soltanto una brutale prevaricazione e una squallida strumentalizzazione della visibilità del festival e dei suoi artisti. Questo signore, che ha pensato bene di filmarsi, purtroppo non ha capito che ha sputato in faccia non ad un’opera d’arte o ai suoi promotori, né tantomeno all’artista, quanto a tutte le persone che in questi 3 anni hanno creduto e credono ancora che Catanzaro possa risorgere sulle fondamenta della bellezza e del coraggio. Ha sputato in faccia a tutti quelli che si sono impegnati alla realizzazione del festival senza chiedere nulla in cambio, a chi ha contribuito con il suo tempo e le sue forze, a chi si è inorgoglito leggendo il nome della propria città sulle più importanti testate giornalistiche, a chi ha portato i suoi amici ad osservare dal vivo le opere, a chi ha difeso la posizione di Altrove nei dibattiti più accesi, a chi è contrario ed esprime il suo dissenso generando discussioni costruttive intorno ai temi dell’arte pubblica, a chi ha saputo cogliere il senso di possibilità, che è essenza del festival, e si è messo in gioco per realizzare qualcosa di nuovo nella propria città. In difesa di tutte queste persone, ci muoveremo per combattere questo gesto immondo».

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