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CATANZARO sotterranea non finisce di stupire. Così, quando entri nella galleria di villa Margherita, rimani inghiottito da quelle sculture naturali che portano i segni del piccone. Fatte a mani nude. Poi – mentre un pipistrello guadagna la feritoia di una parete in fondo – ecco la galleria che porta dritti dritti quasi fin sotto la caserma Laganà. Lui, il sindaco Sergio Abramo, sigaro e completo chiaro, ci accompagna in questo sopralluogo delle meraviglie. 

Dall’ingresso alla villa da Palazzo De Nobili per i viali ombrati di uno dei giardini più antichi della città. Giù, fino alla zona che si affaccia su viale dei Normanni. Nel piazzale fronte-grotte il team che sta portando avanti i lavori. In bella vista i mattoni di cotto che saranno usati per ripristinare la pavimentazione. Abramo chiede, s’informa, osserva. Quell’angolo di villa aspetta di essere restituito insieme ai suoi passaggi sotterranei alla città. Oltre quindici giorni solo per ripulire le grotte ostruite da materiale di risulta di ogni tipo. Si va per step. 
 

Ora tocca alla verifica della sicurezza dei luoghi. Poi la pavimentazione. L’eco delle voci rimbalza tra i cunicoli, che sono antichi almeno quanto l’ex convento di Santa Chiara. Probabilmente antecedenti. L’illuminazione temporanea consente di avere ad occhio la misura della profondità. Città sotterranea. Ricorda Abramo, il progetto per le gallerie del complesso monumentale del San Giovanni. Anche qui si lavorerà sulla pavimentazione e sull’illuminazione. Senza trascurare l’arredamento, che servirà ad accogliere l’enoteca regionale e spazi culturali.

Resta la scommessa delle gallerie finora sconosciute ai più, non accessibili ma documentate dal regista Giuseppe Rachetta nel suo “Segreti passaggi”. Va da sè che l’investimento economico sarebbe imponente. Occorrerà aspettare e trovare i finanziamenti necessari. Vedremo. Intanto, però, il rilancio del centro storico passa anche dalle gallerie che certamente hanno le carte in regola per essere attrattori turistici-culturali. Un investimento, dunque, ma anche una maniera per recuperare un capitolo importante della memoria del capoluogo. 

 Villa Margherita, poi, è il giardino principe nel cuore della città. Primo giardino pubblico della città, la Villa fu progettata dagli architetti Andreotti e quindi arricchita di giardini estesi e lussureggianti, disegnati dall’architetto Feher. Inaugurata il 21 gennaio 1881, in occasione della visita della Famiglia reale, la villa fu intitolata Villa Margherita, in onore della regina. Alla fine della seconda guerra mondiale, prese il nome di Villa Trieste, oggi però è Villa Margherita.
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