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CATANZARO – Doveva essere un viaggio alla riscoperta dei tesori e delle eccellenze artistiche, culturali ed enogastronomiche della città capoluogo di Regione, allo scopo di alimentare quel dibattito artistico che negli ultimi tempi ha reso Catanzaro una delle provincie più appetibili e ricche, culturalmente parlando, dell’intero mezzogiorno d’Italia.

Tuttavia, l’appuntamento al Marca con Vittorio Sgarbi, invitato dalla Fondazione Rocco Guglielmo e dalla Mke/MomentiEventi sotto il patrocinio della Provincia e del Comune di Catanzaro, per tenere una Lectio Magistralis dal titolo “I tesori di Catanzaro: la città e la bellezza”, non ha del tutto accontentato i tanti partecipanti che, entusiasti dell’arrivo in città del noto critico d’arte, hanno affollato il museo catanzarese.

Se nel programma diffuso dagli organizzatori erano ben specificati quali di questi tesori sarebbero stati trattati da Sgarbi (dalle cere di Caterina De Julianis custodite nella basilica dell’Immacolata al Sant’Ignazio della cappella Marincola-Cattaneo del cimitero di Via Paglia, passando per il crocefisso e la Madonna lignea dell’Osservanza fino ad arrivare a tutte le grandi opere di artisti locali e non, custodite in città, molte delle quali per l’appunto all’interno del Marca come ad esempio quelle di Andrea Cefaly, Mattia Preti, Battistello Caracciolo, Salvator Rosa, Andrea Sacchi, Antonello Da Saliba e Francesco Gerace), l’istrionico studioso si è soffermato ben poco su di esse, intraprendendo una trattazione più generale sulle ricchezze artistiche della città, sul suo excursus culturale ed artistico a Catanzaro, discutendo anche delle ragioni e delle vicende che ad essa lo legano.

«Ho accettato di buon grado di intraprendere questo percorso di riscoperta e rivalutazione – ha dichiarato – a partire dalla rivalutazione sociale di tale patrimonio sarebbe possibile per Catanzaro rivestire sempre più un ruolo da protagonista nella scena artistica nazionale ed internazionale. È per questo che sono un meridionalista particolarmente anomalo – ha sottolineato il critico – fermamente convinto del grande potenziale di questi territori e di cosa, anche con poco, ci si potrebbe creare dentro».

Chi si aspettava di saperne di più sulle opere annunciate (come i tanti studenti intervenuti con i loro docenti, con tanto di domande pronte per il critico) è rimasto così deluso. Soprattutto, come ci spiega una delle docenti partecipanti, perché l’incontro (con cena annessa) era a pagamento. Ed è la stessa docente a rivelarci che lo stesso Sgarbi, avvicinato a margine dell’incontro, avrebbe lasciato intendere di non essere stato ben informato sull’oggetto della sua “lectio”.

Ad aprire i lavori, i saluti delle istituzioni, in particolare l’assessore Gabriella Celestino ed il presidente della Provincia Enzo Bruno che ha dichiarato quanto sia «importante creare a Catanzaro una sinergia museale che permetta alla cultura ed all’arte di essere il motore trainante della città, una sinergia – ha continuato – da portare avanti in maniera complementare da pubblici e privati».

Sgarbi, arrivato in città nel primo pomeriggio, prima di giungere al Marca ha fatto tappa alla Cappella Marincola Cattaneo dove si trova il Sant’Ignazio di Cosimo Fanzago ed è proseguito con la visita al Local popular museum, il museo all’aperto dei giardini di San Leonardo che gode del suo alto patronato, dove ha incontrato l’artista catanzarese Luca Viapiana.

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