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CATANZARO – È tempo di rock. Ed è un rock che fa parlare anche fuori dai confini regionali. Catanzaro ha di nuovo il suo museo del rock. Ventimila dischi in vinile a disposizione, mille manifesti originali, 5mila tra riviste, fanzine e autografi originali (da Bowie e Springsteen fino a De Andrè e Fossati). E’ il Museo del Rock di Catanzaro, un esempio unico in Italia che da ieri ha riaperto i battenti nella nuova sede di via Turco. 

Una sede a più livelli che, come una matrioska, contiene spazi sorprendenti e colorati. Pulsa il cuore della Storia del rock ma non solo. Lungo le scale manifesti e locandine originali disegnano una geografia festivaliera invidiabile e conducono nelle stanze della musica in questa nuova casa all’angolo di via Cirimele nata dall’accordo tra Comune e Provincia. 

Ieri sera il battesimo con l’ideatore e curatore del museo Piergiorgio Caruso, il sindaco Sergio Abramo, gli assessori comunali Antonio Sgromo e Daniela Carrozza, e per la Provincia il consigliere delegato alla Cultura, Nicola Sabatino Ventuara. Non è voluto mancare neanche lo scrittore e critico musicale, Franco Brizzi presenta anche il 7 maggio del 2011 al primo taglio del nastro del museo. E con loro un cospicuo manipolo di appassionati di rock ma non solo. Tutti in attesa di vedere dal vivo, è il caso di dire, cosa riserva il museo del rock nella sua seconda stagione. E allora basta entrare e accorgersi a primo acchito che rispetto alla vecchia sede all’ex Stac, il museo si è arricchito. Intanto di due stanze da visitare senza esistazione. La prima. Una scatola di vetro dedicata al leggendario Piper con le stelle di Mario Schifano. Un cammeo che si trova al secondo piano. La seconda. La stanza della musica italiana. Ed è qui, ad esempio, che trovimao l’autografo di Fabrizio De Andrè a ricordare il suo ultimo concerto in Calabria a Roccella Jonica. Faber emoziona come sempre. Un tuffo al cuore. 

Come quando ti imbatti nella firma di Ennio Morricone o nel faccione mai dimenticato Francesco Di Giacomo, la voce e l’anima del Banco del Mutuo Soccorso ritratto in una suo concerto in un Settembre al parco di qualche anno fa.   

Una vertigine dentro la Storia della musica del XX secolo, passando dal rock al soul, dal rithm’n blues al beat, dalla psichedelica alla new wave e al punk, attraverso manifesti, vecchi dischi in vinile e riviste. Memoria in musica tutta da scoprire o riscoprire visitando le sale del museo nato grazie alla generosità di Piergiorgio Caruso medico di professione e “rockettaro” da sempre la cui storia da collezionista inizia con l’acquisto nel 1967 di “Between the buttons” dei Rolling Stones. Caruso ha donato centinaia di dischi della sua collezione privata al museo che non può non rendere omaggio anche alla leggendaria tre giorni di Woodstock: 15,16, 17 agosto 1969. E poi il secondo vinile dei Jefferson Airplane. Non manca quello dei Grateful dead con la copertina più importante della storia del rock – insieme a quella di Sgt Pepper’s dei Beatles – ideata da Rick Griffin. Da ieri il museo ria ha cominciato la sua seconda vita. 

E le sorprese non mancheranno in quello che può dirsi un piccolo quanto prezioso gioiello tra i contenitori culturali di cui la città è dotata. «Devo ringraziare – ha detto il sindaco nel corso dell’inaugurazione – per l’impegno profuso l’assessore alla pubblica istruzione Antonio Sgromo e tutto il personale del settore. Grazie all’intesa con l’ex commissario provinciale Wanda Ferro e alla volontà dell’attuale presidente Enzo Bruno siamo riusciti a garantire piena continuità ad un progetto che rappresenta un punto di riferimento in grado di coinvolgere appassionati di tutte le età» . Il museo resterà aperto anche oggi.

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