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CATANZARO – Diminuiscono i divari tra regioni sopratutto per la scuola primaria, mentre permangono quelli a livello di medie superiori. Gli istituti tecnici tengono il passo con i licei nel centro nord, mentre c’è più distacco ancora al sud. Sono queste alcune rilevazioni degli apprendimenti a livello nazionale, riferite nel Rapporto Invalsi 2014, secondo quanto anticipato, a margine della sua presentazione al Miur, dal dirigente di Ricerca Invalsi, Roberto Ricci.

E per la Calabria la situazione non è certo rosea. La regione, infatti, resta tra quelle con diverse difficoltà, insieme a Sicilia e Campania, anche se si registra qualche margine di miglioramento. Accade, ad esempio, per la scuola primaria, i cui risultati non si differenziano nel 2014 dalla media nazionale. 

Restano, però, forti perplessità nella scuola secondaria di primo e secondo grado. In questi casi, infatti, la regione torna a registrare risultati tra i più bassi in assoluto e significativamente al di sotto della media nazionale

LA POLITICA SCOLASTICA – Per questo, nel rapporto è stata evidenziata la necessità di «concentrare opportuni interventi di politica scolastica per tentare di migliorare i livelli di apprendimento, sui quali tra l’altro – è scritto nel Rapporto – influiscono non solo fattori legati al funzionamento del sistema educativo, ma anche fattori di ordine economico, sociale e culturale non facili da controllare». 

VARIABILITA’ TRA SCUOLE – Per questi motivi il Rapporto Invalsi 2014 segnala anche che «le regioni del Sud si caratterizzano non solo per i più bassi risultati, ma anche per una maggiore variabilità tra le scuole rispetto agli istituti del Centro e soprattutto del Nord Italia». Secondo i dati raccolti, infatti, «il sistema di istruzione nelle regioni meridionali e insulari appare non solo meno efficace ma anche meno equo». 

GAP IN ITALIANO E MATEMATICA – Restano, inoltre, molto alte le differenze per italiano e matematica nelle scuole superiori, dove la Calabria si piazza all’ultimo posto insieme alla Sicilia con un divario notevole rispetto alle regioni. Accade così che nella lingua italiana la Calabria registra una media significativamente inferiore a quella nazionale, poco meglio della Sicilia che si piazza all’ultimo posto. Dati negativi si registrano anche nei risultati di terza media, dove la Calabria (insieme a Campania e Sicilia) ottiene in italiano punteggi significativamente sotto la media nazionale.

LA REGIONE CHE IMBROGLIA DI PIU’ – La Calabria è anche tra le regioni campioni di ‘cheating’ nelle prove Invalsi, cioè che hanno “barato” di più: sono Campania, Calabria e Sicilia; per le prove di matematica anche il Molise mentre la Puglia, che nelle prime prove dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione non si era distinta per correttezza, risale la china. 

«Il “cheating” è una misura di quanto le prove vengono svolte scorrettamente all’interno della scuola, in particolare dell’esame di terza media», attraverso un processo di identificazione di tipo statistico complesso, riconosciuto a livello internazionale, «che ci permette, dal confronto dei dati di tutto il Paese, di individuare comportamenti anomali nello svolgimento dei test, sopratutto quando questi si verificano nell’intera classe», spiega Roberto Ricci, dirigente di Ricerca Invalsi, che ha presentato i risultati delle prove. Le irregolarità individuate, imputabili per lo più agli insegnanti, vanno ridotte drasticamente, conclude Ricci, «per dare agli studenti un esempio educativo positivo e non negativo».

IL BILANCIO GENERALE – Rispetto alla rilevazione precedente, a livello di scuola primaria si osserva un avvicinamento tra i punteggi delle due macro-aree del Nord-Ovest e del Nord-Est da una parte e le due macro-aree del Sud e del Sud e Isole dall’altra: pur essendo i punteggi di queste ultime generalmente un po’ più bassi rispetto a quelli delle macro-aree settentrionali, solo nella prova di Italiano di quinta primaria il Sud e Isole registra un risultato significativamente inferiore a quello dell’Italia, mentre in tutti gli altri casi non emergono differenze statisticamente significative. Il Centro, sia in seconda che in quinta primaria, ha risultati al di sopra della media nazionale statisticamente significativi.

Il quadro muta in III secondaria di primo grado, assumendo le caratteristiche ben note anche dalle indagini internazionali sugli apprendimenti: il Nord-Ovest e il Nord-Est conseguono risultati significativamente superiori alla media nazionale, il Centro risultati intorno alla media e il Sud e il Sud e Isole risultati al di sotto di essa. Le differenze di risultati fra le macro-aree si confermano e si consolidano nella classe II della scuola secondaria di secondo grado.

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