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CATANZARO – Tubi di acciaio colorati e trasparenze verso il cielo. Simili a quelle tanto amate dagli  illuminati amministratori di Parigi  sul finire degli anni Settanta. La via della luce, pensata dall’architetto, Francesco Righini, per il corso di Catanzaro  richiama un po’ lo stile dei francesi. Una via che fa discutere e divide. I catanzaresi hanno scoperto il policarbonato come compagno del tradizionale struscio. Il progetto, scelto dal Comune attraverso un concorso di idee, si chiama “lightness road” e prevede lungo corso Mazzini la creazione di un percorso coperto da piazza Grimaldi a piazza Santa Caterina, ma anche l’installazione di opere scultoree d’arte contemporanee oltre che la realizzazione di una piazza telematica. Via della luce perché l’idea  di Righini è improntata sull’en plain air, ossia sul vivere gli spazi esterni alle singole abitazioni ed ai singoli esercizi commerciali come spazi interni alla città, valorizzandone i caratteri e gli elementi storici di maggior pregio. In tal modo i cittadini si riappropriano – attualizzandone la funzione – dell’antica via Capuana, dando vita ad una nuova forma di socialità della strada basata sull’infomobilità. Questa la filosofia seguita da Righini.
  Un evoluto sistema di pannelli radianti – anch’essi del tutto trasparenti – assicurerà, secondo il progettista, il riscaldamento dell’aria confinata dalla copertura, così come attraverso micro nebulizzatori sarà possibile raffrescare l’ambiente nei periodi più caldi evitando così il temuto effetto serra.  
 Nonostante i nobili intenti il progetto risulta poco gradito a molti. Anche  se  non nasce da un capriccio del professionista, ma per espressa volontà dell’amministrazione Abramo. 
  Spiega Righini: «La proposta, elaborata sulla base degli input forniti dal Comune,   è arricchita da un ulteriore punto di forza. Catanzaro  nell’ultimo decennio rappresenta una  delle maggiori  città protagoniste nella proposta di arte contemporanea, lo sviluppo raggiunto nell’innovazione e nella qualificazione dell’offerta culturale l’ hanno resa un modello esemplare, un importante incubatore a cui guardare con interesse. In questo solco, l’idea di installare nel cuore pulsante del centro storico cittadino dieci opere di artisti di riconosciuto respiro internazionale, vuole affermare questa vocazione e, nel contempo, arricchire l’offerta avviata con le esemplari iniziative messe in atto nel Parco Scolacium, in quello della Biodiversità, dal Marca, dalla Fondazione Guglielmo e dalla Casa della memoria Rotella». 
 Anche il nipote del celebre artista catanzarese si è espresso sul progetto. L’architetto Sergio Fabio Rotella non entra nel merito della proposta di Righini, ma si dice poco convinto dell’idea di tagliare la vista dei palazzi storici che fanno da cornice al Corso. Tra dubbi e osservazioni, il professionista parla anche di un progetto simile presente nell’altra parte del mondo. «A Pechino, nella via Guanghualu,  – dice Rotella –  è stata realizzata la copertura più grande al mondo con un sistema a led». L’architetto Luisa Corapi  propone, invece, come esempi Madrid e Parigi: «In Francia  i celebri passaggi coperti nascono con la rivoluzione industriale ed attualmente vivono una loro vita commerciale. A Madrid la copertura  di Calle Carmen è realizzata in tela e non è certo ad essa che la strada deve la sua fortuna commerciale, essendo già essa stessa ubicata in una delle zone più vivaci e frequentate della città». 
Ma la Corapi allarga il discorso a tutto il centro storico di Catanzaro:  «Ricorrere alla copertura del corso significa agire solo contro gli effetti della crisi, non riuscendo ad intervenire sulle cause dell’impoverimento commerciale urbano».    
Ma poco importa. Il 18 ottobre il progetto vincitore del concorso sarà presentato pubblicamente.  Forse con l’intento di convincere i più riottosi. O, forse, più semplicemente perché il Comune vuole andare avanti in un’operazione molto più ampia di riqualificazione del centro storico.  Oltre alla copertura di un tratto del corso, il restyling prevede molti altri interventi.  Come l’insediamento di attività artigianali di qualità nelle vie laterali del corso, come via De Grazia, piazza Larussa, largo Prigioni, via Poerio, via Raffaelli, via Duomo.  Si punta ad acquisire e riqualificare i “bassi” ed i “magazzini” inutilizzati, procedendo anche  alla ricostruzione, invece, per largo Serravalle. 
 L’idea del sindaco Abramo  è quella di ricostruire le quinte architettoniche dell’area dell’antica strettoia di corso Mazzini, ricucendo questo spazio strategico che diventerebbe uno dei più importanti della città. Quando la strettoia venne demolita, l’impegno del Comune  fu quello appunto di ricostruire architettonicamente la piazza.   Ma, come insistono in molti, il rilancio del centro storico ha bisogno di un forte sistema di parcheggi. Sono  due le idee progettuali su cui il sindaco punta: la realizzazione della torre-sylos del Musofalo, un edificio multipiano che ospiterebbe centinaia di auto e bus   e l’utilizzazione del piazzale delle Ferrovie della Calabria di via Milano come parcheggio.
 Ovviamente non c’è rilancio senza cultura. E la ricetta di Abramo, in questo senso, prevede la rivitalizzazione del Politeama dopo il fermo dello scorso anno, la difesa dell’unica sala cinematografica del centro, il tentativo di acquisizione del Masciari, il progetto “Città di Mimmo Rotella”, gli interventi sul San Giovanni, il trasferimento al Rossi dell’archivio di Stato, l’acquisizione dell’ala di Palazzo Fazzari, la riapertura del museo del rock (probabilmente nella precedente sede dell’ex Stac), chiuso da 256 giorni,  il recupero della grotta della villa Margherita sono alcuni dei tanti interventi in materia culturale che l’amministrazione ha già avviato o conta di avviare per riaffermare il ruolo di Catanzaro città della cultura e del sapere. 

CATANZARO –  Il 18 ottobre il progetto vincitore del concorso sarà presentato pubblicamente.  Forse con l’intento di convincere i più riottosi. O, forse, più semplicemente perché il Comune vuole andare avanti in un’operazione molto più ampia di riqualificazione del centro storico.  Tubi di acciaio colorati e trasparenze verso il cielo. Simili a quelle tanto amate dagli  illuminati amministratori di Parigi  sul finire degli anni Settanta. La via della luce, pensata dall’architetto, Francesco Righini, per il corso di Catanzaro  richiama un po’ lo stile dei francesi. Una via che fa discutere e divide. I catanzaresi hanno scoperto il policarbonato come compagno del tradizionale struscio. Il progetto, scelto dal Comune attraverso un concorso di idee, si chiama “lightness road” e prevede lungo corso Mazzini la creazione di un percorso coperto da piazza Grimaldi a piazza Santa Caterina, ma anche l’installazione di opere scultoree d’arte contemporanee oltre che la realizzazione di una piazza telematica. 

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ARIA FRESCA CON I PANNELLI RADIANTI – Via della luce perché l’idea  di Righini è improntata sull’en plain air, ossia sul vivere gli spazi esterni alle singole abitazioni ed ai singoli esercizi commerciali come spazi interni alla città, valorizzandone i caratteri e gli elementi storici di maggior pregio. In tal modo i cittadini si riappropriano – attualizzandone la funzione – dell’antica via Capuana, dando vita ad una nuova forma di socialità della strada basata sull’infomobilità. Questa la filosofia seguita da Righini.  

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Un evoluto sistema di pannelli radianti – anch’essi del tutto trasparenti – assicurerà, secondo il progettista, il riscaldamento dell’aria confinata dalla copertura, così come attraverso micro nebulizzatori sarà possibile raffrescare l’ambiente nei periodi più caldi evitando così il temuto effetto serra.   Nonostante i nobili intenti il progetto risulta poco gradito a molti. Anche  se  non nasce da un capriccio del professionista, ma per espressa volontà dell’amministrazione Abramo.   

LE STATUE SOTTO AL POLICARBONATO – Spiega Righini: «La proposta, elaborata sulla base degli input forniti dal Comune,   è arricchita da un ulteriore punto di forza. Catanzaro  nell’ultimo decennio rappresenta una  delle maggiori  città protagoniste nella proposta di arte contemporanea, lo sviluppo raggiunto nell’innovazione e nella qualificazione dell’offerta culturale l’hanno resa un modello esemplare, un importante incubatore a cui guardare con interesse. In questo solco, l’idea di installare nel cuore pulsante del centro storico cittadino dieci opere di artisti di riconosciuto respiro internazionale, vuole affermare questa vocazione e, nel contempo, arricchire l’offerta avviata con le esemplari iniziative messe in atto nel Parco Scolacium, in quello della Biodiversità, dal Marca, dalla Fondazione Guglielmo e dalla Casa della memoria Rotella». 

PERPLESSO ROTELLA JR – Anche il nipote del celebre artista catanzarese si è espresso sul progetto. L’architetto Sergio Fabio Rotella non entra nel merito della proposta di Righini, ma si dice poco convinto dell’idea di tagliare la vista dei palazzi storici che fanno da cornice al Corso. Tra dubbi e osservazioni, il professionista parla anche di un progetto simile presente nell’altra parte del mondo. «A Pechino, nella via Guanghualu,  – dice Rotella –  è stata realizzata la copertura più grande al mondo con un sistema a led». L’architetto Luisa Corapi  propone, invece, come esempi Madrid e Parigi: «In Francia  i celebri passaggi coperti nascono con la rivoluzione industriale ed attualmente vivono una loro vita commerciale. A Madrid la copertura  di Calle Carmen è realizzata in tela e non è certo ad essa che la strada deve la sua fortuna commerciale, essendo già essa stessa ubicata in una delle zone più vivaci e frequentate della città». Ma la Corapi allarga il discorso a tutto il centro storico di Catanzaro:  «Ricorrere alla copertura del corso significa agire solo contro gli effetti della crisi, non riuscendo ad intervenire sulle cause dell’impoverimento commerciale urbano».    Ma poco importa.

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