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CATANZARO – Ad aspettare Paola ci saranno Marta, Priscilla, Luca, Maria, Giacomo, Lucia, Giuditta, Felicita, Elia, Beatrice, Benedetto, Giovanni, Salvatore, Bruno, Domitilla. Sulla porta della villetta dove vive la famiglia Anania non è passato anno senza vedere un fiocco rosa o azzurro appeso. Anche quest’anno sarà così. Questa è la storia di un papà e di una mamma che hanno scelto di dedicare la propria vita a donare la vita. E’ una storia di amore, dedizione, fiducia, coraggio, condivisione. Ma soprattutto di una grande Fede. E’ la storia di Aurelio e Rita Anania tra pochi giorni sedici volte mamma. E’ quella di una superfamiglia ai tempi della crisi. Arriviamo a via Fares, a pochi chilometri a sud del centro storico di Catanzaro e subito, tra quella schiera di villette dove ognuno condivide un fazzoletto di giardino, ti accoglie un silenzio inaspettato. 

È la prima giornata di vera estate e le roselline che fanno da cornice alla statua di San Francesco di Paola sono finalmente sbocciate. Citofoniamo e dopo pochi minuti sulla porta appare Rita. Sorride con quel calore che la gente di Calabria ha nel proprio dna. Fa strada e come per incanto si ha la sensazione di far parte della grande famiglia. Sul fornello della cucina la macchinetta del caffè e già pronta per sbruffare. Segno di cordialità e accoglienza in una casa dove tutto profuma di serenità. Glielo leggi negli occhi. Quegli stessi occhi che luccicano quando il discorso cade sul prossimo parto. «Si chiamerà Paola e dovrebbe nascere tra pochi giorni». La speranza e che non rubi la festa a Giuditta che mercoledì prossimo spegnerà dieci candeline. Ma tutti sono in trepida attesa: Marta 18 anni, Priscilla 17, Luca, 15 Maria 14, Giacomo 13, Lucia 12, Felicita 11, Elia 8, Beatrice 7, Benedetto 6, Giovanni 5, Salvatore, Bruno 3, Domitilla che compirà due anni ad agosto. Papà Aurelio è raggiante. È lui che con il suo stipendio di bidello porta avanti la grande famiglia. Non è facile e non solo economicamente parlando. 

Chiediamo a Rita se si è mai fermata a pensare al futuro dei suoi ragazzi. Se mai, anche per una sola volta, ha pensato di non farcela. Socchiude gli occhi ricordando alcuni momenti difficili: «E’ innegabile che ci siano stati come del resto capita in tutte le famiglie», – spiega – «la mia non è incoscienza ma consapevolezza dell’amore di Dio». Difficile non credere quando in cucina irrompe Bruno. Ha sete. Chiede un bicchiere d’acqua.
 
Ha giocato fuori sotto lo sguardo vigile di Maria mentre Domitilla si rilassa nel passeggino accarezzandosi i riccioli biondi. La soluzione sta tutta lì, nella collaborazione. «Non ho mai imposto nulla ai miei ragazzi. Non ho mai chiesto di sacrificarsi per i più piccoli – racconta Rita – Tutti si danno da fare con tanta armonia, reciproco rispetto ma soprattutto con la consapevolezza dell’importanza della collaborazione». In casa i compiti sono ampiamenti suddivisi e non si ammettono sbavature. La mamma e il papà sono i primi ad alzarsi. Alle 6,15 puntuale suona la sveglia. O meglio la carica. In cucina è un via vai continuo: si prepara la colazione e poi tutti fuori, chi a scuola, chi all’asilo. «I più grandi prendono l’autobus – spiega Rita – mentre i più piccoli vanno via con Aurelio». Il pulmino a 9 posti parcheggiato nel cortile di fronte alla villetta è sempre troppo piccolo per tutti. Ma anche questo non rappresenta un problema: «Perché – dice Rita – quando decidiamo di uscire tutti insieme qualche ragazzo si infila nella macchina di amici». E così anche questo è superato. 
 Subito dopo il pensiero è al pranzo e a riassettare la casa. Non è facile rifare sedici letti, organizzare le lavatrici, sistemare gli armadi e far fronte alle necessità dei figli. Ma Rita non si scoraggia. «Quando c’è l’amore di Dio c’è tutto – ripete – è questo che mi dà la forza di andare avanti nella vita». Una vita fatta di amore e di soddisfazioni: «Come quelle che mi danno i ragazzi con i bei risultati raggiunti a scuola». Di momenti bui Rita e Aurelio ne hanno passati. L’ultimo esattamente dieci anni fa, nel 2003. Era appena nata Giuditta e Aurelio ha dovuto subire un intervento chirurgico. Una complicazione lo ha costretto in ospedale più del dovuto. «Proprio l’altro giorno – sottolinea la super mamma – ricordavamo quel periodo e riflettevamo sul dono che il Signore ci ha voluto regalare». Dieci anni fa i figli erano otto. Ora, con l’arrivo di Paola, tra qualche giorno, raddoppieranno. «Non smetteremo mai di ringraziare il Signore per quello che ci ha dato». E gli occhi di Rita, per la prima volta luccicano più che mai.
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