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MEDICI e farmacisti sono quelli che trovano lavoro subito. Buone invece le percentuali per chi sceglie di frequentare i corsi interfacoltà tra cui rientrano i corsi di Medicina veterinaria, Operatore del servizio sociale, Economia aziendale e Ingegneria informatica e biomedica. Mentre restano i problemi per i laureati in Giurisprudenza che, ad un anno dal conseguimento dell’ambito titoli di studi, non riescono a lavorare e il dato di occupazione si ferma al 29,6%. Sono i numeri e le statistiche raccolte da Almalaurea che evidenzia la realtà dei laureati all’università “Magna Graecia” di Catanzaro. L’indagine statistica è riferita all’anno 2011 ed è una sintesi delle domande alle quali hanno risposto i 1.488 laureati “sfornati” dall’Ateneo catanzarese, rispetto al numero di 1.736 dai laureati dei vari corsi di laurea dell’Università. E se i numeri dell’ateneo crescono per percentuali di laureati, il vero problema, soprattutto in un periodo di forte recessione economica come quello attuale, resta quello di trovare un’occupazione stabile. Soprattutto per i giovani che subito dopo il conseguimento del titolo sono alla ricerca di una prima occupazione. Da una prima lettura dei dati emergono le positività di Farmacia (anche se il numero di iscritti e laureati è minore rispetto a quelle delle altre facoltà), così come le percentuali di Medicina. Più pessimismo nel futuro dei laureati in Giurisprudenza. Più variegata, invece, la situazione per i corsi di interfacoltà che interessano diversi percorsi di studi e danno più possibilità di lavorare in diversi settori.
I numeri. Ad un anno dalla laurea il 30,3% dei laureati della “Magna Graecia” è disoccupato, mentre il 48,5% lavora. Il guadagno mensile netto tra valore medio e in euro, tra medici, farmacisti e avvocati è di circa 1.016 euro. Il 60,3% dei laureati, invece, ritiene il proprio titolo di studi efficace per percorso il lavorativo intrapreso. Mentre i neo laureati catanzaresi dopo aver conseguito il titolo di studi pensano molto al loro curriculum vitae e proseguono l’attività di formazione seguendo corsi post laurea. In cima alla lista i farmacisti (72%), seguiti a loro volta dai laureati in Giurisprudenza (53,6%) e dai futuri medici (39,8%).
Chi guadagna di più. Spulciando i dati e le tabelle emerge che i laureati in Farmacia sono quelli che guadagnano di più anche rispetto ai laureati in Medicina e Chirurgia. Un neo farmacista arriva a guadagnare anche 1.145 euro rispetto allo stipendio medio di guadagno mensile pari a 1.054 di coloro che hanno conseguito il titolo in Medicina e Chirurgia (nei dati vanno considerati anche coloro che hanno seguito i corsi di laurea in Professione sanitaria). I camici bianchi in ogni caso guadagnano sempre di più rispetto a chi ha conseguito la laurea in Giurisprudenza con uno stipendio medio che ammonta a circa 963 euro. “Ultimi” in classifica per stipendio i laureati dell’interfacoltà con uno stipendio di base medio pari a 676 euro.
Occupazione post laurea. Dopo il conseguimento della laurea il 70% dei laureati in Medicina e Chirurgia prosegue nel percorso stabilito; così come il 67,7% di coloro che hanno sudato per ottenere il titolo di dottore in Giurisprudenza. Ma non solo. Il 48,9% dei medici svolge un lavoro stabile (sia esso a tempo indeterminato che autonomo) così come il 57,6% degli operatori giuridici.
Come giudicano la laurea. Sono i laureati in Giurisprudenza a ritenere poco efficace il titolo conseguito: solo il 31,9% lo giudica positivo. Percentuali diverse per Medicina e Farmacia: la valutazione ammonta rispettivamente al 70% e al 92% di positività. Per i corsi di interfacoltà (Medicina Veterinaria, Operatore del servizio sociale, Economia aziendale, Ingegneria biomedica) il 39,6% ritiene efficace il titolo.
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