Il commissario Guido Longo e il presidente Nino Spirlì
2 minuti per la letturaCOSENZA – Il governatore Nino Spirlì, per ottenere l’azzeramento del debito che attanaglia il servizio sanitario regionale, si rivolge direttamente al premier Mario Draghi, scrivendogli una lettera. Spirlì, due settimane fa, si era personalmente recato a Roma e a diversi ministri ha esposto la gravissima situazione in cui versa la Sanità calabrese, con i conti in profondo rosso e con un commissariamento del comparto, che dura ormai da ben undici anni, periodo in cui, il debito anziché diminuire, è ulteriormente lievitato, arrivando a cifre, che prima nessuno poteva immaginare.
L’Asp di Reggio Calabria ha un “buco” arrivato addirittura al miliardo di euro. Una cifra mastodontica, a cui si aggiungono i deficit delle altre Asp calabresi, che non navigano in buone acque, con bilanci non approvati o bocciati dal commissario ad acta. Per non parlare delle varie inchieste giudiziarie che hanno riguardato il settore, portando alla luce situazioni che certo non aiutano la Sanità regionale a risollevarsi dalle sabbie mobili in cui è caduta.
E poi è arrivata la pandemia, abbattendosi sul nostro sistema sanitario già fragile.
«La pandemia – scrive il governatore Spirlì, nella lettera indirizzata al premier – ha fatto emergere in tutta la loro drammaticità l’incapacità del sistema sanitario regionale ad offrire livelli minimi di assistenza sanitaria. Il Piano di rientro del disavanzo della spesa sanitaria della Regione Calabria, risale al 17 dicembre del 2009 e prevedeva una serie di interventi da attuare nel biennio, finalizzati a ristabilire l’equilibrio economico-finanziario. Ma così non è stato.
«Troppe le criticità e le inadeguatezze e soprattutto il mancato adempimento previsto dallo stesso Piano. I dati che emergono in tutta la loro gravità – prosegue Nino Spirlì – ci dicono che in questi anni di commissariamento il deficit accumulato dal servizio sanitario regionale non è diminuito. Ho avuto modo di condividere le sue parole quando ha affermato che: “nei momenti più difficili della nostra storia, l’espressione più alta e nobile della politica si è tradotta in scelte coraggiose, in visioni che fino a un attimo prima sembravano impossibili”. In un tempo in cui per salvare il nostro paese da una pesante crisi, sono stati messi da parte i più estremi egoismi identitari – sottolinea il governatore Spirlì – non può esservi occasione migliore per porre rimedio alle ingiustizie e ridare la dignità che meritano i cittadini calabresi».
Spirlì ha chiesto anche un incontro al presidente del Consiglio. L’appello lanciato dal governatore leghista è stato pure condiviso da esponenti politici del centrosinistra e del Movimento 5 stelle, ma anche dall’attuale commissario dell’Asp di Reggio, Gianluigi Scaffidi.
Si pensi che è già un’ardua impresa quantificare precisamente l’indebitamento complessivo del servizio sanitario regionale. Certamente, quindi, la Calabria non potrà mai avere la forza economica per ripianare il deficit. E nemmeno si può lontanamente pensare che il “buco” finanziario possa essere riequilibrato tagliando spese o ruoli essenziali nei nostri ospedali, sempre più in affanno.
Presto o tardi, dunque, lo Stato si dovrà far carico di questo “peso” e risolverlo, fissando al contempo dei paletti, affinché ciò che accaduto, non accada più.
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