Amalia Bruni
2 minuti per la letturaLAMEZIA TERME (CATANZARO) – Buone notizie per il Centro Regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme, in Calabria, considerato come un «importante riferimento nazionale ed internazionale nello studio della malattia di Alzheimer, diretto dalla dottoressa Amalia Bruni» e per il quale negli scorsi giorni si era paventato un rischio di chiusura per mancanza di fondi (LEGGI LA NOTIZIA).
Il ministro della Salute Roberto Speranza, infatti, ha annunciato che la struttura «continuerà il suo importante lavoro» spiegando che, d’intesa con il Commissario ad acta della Sanità calabrese, Gen. Saverio Cotticelli, e con il Commissario straordinario di Catanzaro Giuseppe Zuccatelli, il ministero ha definito un percorso che consentirà al Centro di proseguire e consolidare le attività di ricerca nel delicato settore della neurogenetica.
Il Centro, infatti, si sottolinea in un comunicato del ministero della Salute, «sarà immediatamente collegato alla Azienda Ospedaliera-Universitaria Mater Domini di Catanzaro, che ne assumerà temporaneamente e funzionalmente la gestione, nelle more del perfezionamento dell’accordo, al quale da settimane si sta lavorando, con l’INRCA-IRCCS di Ancona/Cosenza. L’INRCA è una azienda sanitaria pubblica con sede anche a Cosenza che opera nell’ambito geriatrico».
Attraverso questo sistema sarà possibile «da un lato, di riconoscere pienamente il ruolo sovraregionale del centro nell’ambito non solo della assistenza ma anche delle attività di ricerca, dall’altro, di superare lo stallo causato dalla difficoltà di finanziare annualmente le attività del Centro con il Fondo Sanitario della Calabria, Regione ancora in Piano di rientro. Il Centro, quindi – spiega il ministero – rientrerà nell’alveo delle istituzioni sanitarie che, oltre a svolgere attività assistenziale, sono anche orientate alla ricerca, certamente più congeniale alle attività della struttura. È infatti intenzione del Governo, conclude la nota, “fornire un concreto contributo per salvaguardare il patrimonio di conoscenze ed il lavoro appassionato di questa comunità scientifica, i cui risultati hanno avuto una eco internazionale facendo fare significativi passi in avanti nella conoscenza e cura dell’Alzheimer».
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Nelle scorse ore era, altresì, arrivato anche un appello firmato dai 14 direttori di Dipartimento dell’Università della Calabria che chiedevano, “da ricercatori e da cittadini”, di salvare il Centro.
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