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CATANZARO – La stabilizzazione dei precari della sanità rischia di essere un passaggio fortemente limitato se non dovesse essere modificata la data prevista nell’emendamento del 30 giugno 2019 come termine per la maturazione del requisito dei 36 mesi. Questo termine, infatti, lascia fuori dalle stabilizzazioni un considerevole numero di lavoratori a tempo determinato, che matureranno il requisito imposto dalla “Madia” entro il 30 giugno 2020. Dopo la decisione del ministro alla Salute, Roberto Speranza, di presentare un emendamento salva precari nella legge di bilancio (LEGGI), i precari della sanità avevano tirato un sospiro di sollievo. Ma un terzo emendamento presentato dal Ministro ha ridotto il termine per la maturazione del requisito al 30 giugno 2019, rischiando di penalizzare fortemente molti di questi precari.

Questa soluzione preoccupa fortemente i lavoratori calabresi che attendono una stabilizzazione e, per questo, hanno iniziato una serie di proteste e appelli per arrivare ad una soluzione concreta che possa comprendere una fascia più ampia di lavoratori.

La discussione verte intorno a sei mesi in più, se si considera che la proposta di modifica presentata in Senato da alcuni senatori del Pd, prevedeva la proroga del termine al 31 dicembre 2019 e non al 30 giugno.

Per questo un gruppo di precari calabresi ha evidenziato questa incongruenza, chiedendo: «Perché quindi la modifica al 30 giugno? Il Ministro è consapevole che così facendo manderà in mezzo la strada migliaia di lavoratori precari che per pochi mesi o addirittura settimane non rientreranno nella stabilizzazione? Secondo Speranza – sottolineano i precari calabresi – in questo modo si risolve il problema del precariato nella Sanità? Ogni volta che si è fatta una stabilizzazione il termine è stato sempre il 31 dicembre. In questo modo saranno stabilizzati solo un piccolo numero di precari e la stragrande maggioranza (si è calcolato circa il 70%) finirà a casa, fra cui molte persone con oltre 40 mesi di servizio al 31 dicembre 2019».

Oltre a tutti i precari che in ogni regione d’Italia si stanno mobilitando, anche le sigle sindacali hanno preso posizione. Tra questi, il segretario generale della Cisl Funzione pubblica Calabria, Luciana Giordano, il quale ha evidenziato come l’emendamento del Ministro Speranza non risolva i problemi dei precari calabresi. A sostenere le tesi dei precari sono intervenuti anche il viceministro Pierpaolo Sileri (M5S) e Maria Domenica Castellone, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Igiene e Sanità del Senat, pronti a presentare un subemendamento per estendere i termini della stabilizzazione.

«Tutti noi precari calabresi – è scritto in una nota – ci appelliamo al Ministro, affinché questa legge iniqua venga modificata, consapevoli che il tempo stringe e che stavolta, ancora di più che in passato, stiamo rischiando il nostro posto di lavoro».

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