La lettura del dispositivo durante l'udienza di ieri in Corte dei Conti a Catanzaro
3 minuti per la letturaCATANZARO – La parifica arriva sempre, e con la pronuncia della magistratura contabile anche un lungo, consueto elenco di correttivi necessari per le criticità emerse nell’analisi del documento contabile. E il bilancio regionale soggiace sempre ad una sorta di ingessatura che gli consente poca agilità, con il sistema sanitario “grande malato” e buco nero. Nell’aula di udienza della Corte dei conti di Catanzaro, il giudizio di parificazione del Rendiconto generale della Regione Calabria per l’esercizio 2021.
Il dispositivo è stato letto dalla presidente della sezione di controllo della Corte dei conti della Calabria, Rossella Scerbo, dopo aver sentito le richieste del procuratore contabile, Romeo Ermenegildo Palma, e le deduzioni del presidente della Regione, Roberto Occhiuto: alla seduta del giudizio di parifica del Rendiconto della Regione ha partecipato anche il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino. E le eccezioni, lette dopo la breve Camera di Consiglio della presidente di Sezione regionale di controllo Rossella Scerbo non mancano.
Accogliendo le richieste formulate in udienza dal procuratore regionale Romeo Ermenegildo Palma si parla della quota di recupero del disavanzo iscritta in bilancio come prima voce di spesa per l’importo di 29.389.711 euro in luogo di 34.014.975 euro a causa della mancata iscrizione dell’ultima quota del ripiano del disavanzo sostanziale al 31.12.2014, con conseguente impatto sul risultato di amministrazione della gestione di competenza.
Ma anche la non corretta quantificazione dell’utilizzo fondo anticipazioni liquidità all’1.1.2021 in 217.321.380 euro, in luogo di 136.474.167 euro e la non corretta determinazione al 31.12.2021 del rimborso prestiti fondo anticipazione di liquidità in euro 217.321.380 in luogo di euro 213.430.028.
Conseguentemente, al risultato di amministrazione che passa da 1.447.675.450 euro a 1.445.015.875 euro con un peggioramento di – 2.659.575,75 euro con conseguente impatto sulla parte disponibile del risultato di amministrazione e sugli equilibri di bilancio. Ma il giudizio complessivo che consegnano la requisitoria del procuratore e la delibera della Sezione – illustrata sulla Gestione finanziaria dalla presidente e arricchita dai contributi dei magistrati relatori Ida Contino su Servizio sanitario regionale e Fondi Comunitari, Emanuela Friederike Daubler su Conto del Patrimonio, Conto Economico, Indebitamento e Debiti fuori bilancio, Salvatore Antonio Sardella su Partecipate, Enti strumentali e Fondazioni – è impietoso in ogni capitolo toccato.
Si parla, quindi, delle «criticità gestionali già rilevate in passato e su cui è stata sollecitato un deciso intervento dei competenti organi regionali», dice la procuratrice Scerbo citando i vincoli di cassa derivanti dai pignoramenti, dove «non sono stati compiuti progressi nella situazione di mancata conoscenza da parte dell’Ente delle cause dei vincoli e dell’attualità e validità dei rispettivi titoli».
Permane poi «una situazione meritevole di un adeguato controllo in relazione al mantenimento in bilancio del residuo attivo relativo alla costruzione della diga sull’Esaro-Cameli, la cui riscossione, stante la remota origine e la mancata movimentazione, appare allo stato incerta, data anche la mancanza di un positivo riscontro da parte dell’amministrazione erogante». Così come fa cenno ai «residui afferenti agli Accordi di Programma Quadro (APQ) che, all’esito dell’istruttoria svolta, sono risultati gestiti in maniera massiva e, pertanto, confusa».
Le criticità in ambito sanitario meritano un’analisi distinta e separata (che si può leggere in questa stessa pagina), mentre per quanto riguarda i fondi comunitari, il consigliere Ida Contino parla nella sua relazione di «un preoccupante ritardo nell’attuazione del Programma, che pone a rischio obiettivi di sviluppo e crescita, con conseguente potenziale perdita di risorse comunitarie. È necessario dare impulso ed accelerare tutto il processo di spesa per scongiurare la perdita di importanti e significative risorse (rischio calcolato nella misura presunta del 9%), rilevanti per tutto il sistema economico calabrese. Occorre infine, intercettare tempestivamente le economie di progetto maturate o maturabili per riorientare risorse su Assi/azioni più performanti».
Insomma, «l’esito della gestione 2021 è caratterizzato dal permanere della Calabria all’interno dell’area delle Regioni meno sviluppate nonostante l’ingente flusso di risorse messe a disposizione per colmare le differenze strutturali con le altre regioni d’Europa». E si riparte da qui.
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