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Flora Sculco

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CATANZARO – Il consigliere regionale Flora Sculco non ha intenzione di rompere con il Pd. Almeno sembra, almeno non in questo momento. Si vedrà più avanti. D’altra parte ogni giorno ha la sua pena.

Ma riepiloghiamo i fatti minimi. Quando il centrosinistra, qualche giorno fa, rifiutò sdegnosamente le vice presidenze delle commissioni consiliari elette, peraltro non richieste e non gradite, dalla maggioranza, ci furono sette dimissioni su otto. Mancò appunto il disimpegno della Sculco che la maggioranza aveva eletto vice presidente della Commissione Bilancio. Fu il primo strappo, altri ne seguiranno come per esempio il voto a favore delle dimissioni di Pippo Callipo. Insieme a lei votarono SI, Giuseppe Aieta e Luigi Tassone.

Fu un caso? Forse no.Nei giorni scorsi il capogruppo del Pd, Domenico Bevacqua, ha fornito al presidente Tallini i nomi spettanti alla minoranza di tutte le Commissioni. Lo schema prevedeva lo spostamento della Sculco dalla II alla V Commissione, Riforme che probabilmente era fatta sua misura per la Sculco che è la pioniera della legge di parità di genere. Comunque gli incarichi vanno votati all’interno della Commissione. Un caos regolamentare, così com’è. Apriti cielo. In una breve dichiarazione la consigliera crotoniata ha respinto l’iniziativa di Bevacqua, rivendicando l’autonomia del gruppo “Democratici e Progressisti”.

Rottura politica? La dichiarante nega quest’ipotesi ma il clima tra loro non è certo buono. Nel frattempo Bevacqua, consultato il partito, ha elaborato la risposta pesando le parole, forse per non spezzare l’esiguo filo rimasto. In tema di Commissioni consiliari ha fatto il suo esordio il presidente dell’Anti-‘ndrangheta, Antonio De Caprio (che con Pierluigi Caputo diventa vice coordinatore provinciale di Forza Italia), che ha solidarizzato con il giudice Tommasina Cotroneo fatta oggetto di minacce mafiose (LEGGI).

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