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Il presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini

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CATANZARO – La polemica sui vitalizi è andata avanti sollevando una nube catartica. Colpa della furbizia stracciona che cerca di infilarsi in ogni pertugio. Tutto il Palazzo n’è uscito a pezzi. E gli inquilini, avendo capito di aver fatto una figura barbina, ora cercano di porre riparo. Al punto che martedì prossimo il presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, ha convocato la conferenza dei capigruppo «per concordare la procedura di cancellazione della norma sull’ammissione alla contribuzione volontaria e al conseguente beneficio della “indennità differita” dei consiglieri regionali la cui elezione è stata annullata». Indietro tutta. Nell’Astronave i “trucchi” s’infilano, quando le circostanze lo consentono. Un caso da manuale è appunto accaduto nell’ultima seduta assembleare. Per esempio Pippo Callipo, dopo essersi accorto dell’errore che aveva commesso, ha detto «mi tutelerò nelle sedi opportune».

Qualcuno dovrebbe riflettere.

LEGGI LA NOTIZIA DEI VITALIZI APPROVATI IN DUE MINUTI

Riassumendo: l’oggetto del contendere era appunto “i ricchi vitalizi” previsti con una legge regionale del 1972 che ora non ci sono più. Sono stati abrogati con legge regionale 38/2011 (naturalmente li incassano i consiglieri regionali in carica fino a quella data). Al loro posto, per tutti gli altri, è prevista un’indennità differita basata sul metodo contributivo al pari delle altre regioni, un istituto previsto dalla legge dello Stato (decreto Monti, 2012) e regolamentato dalla legge regionale 13/2019.Cosa prevede l’indennità differita? Che al compimento di 65 anni il consigliere che abbia versato una contribuzione della durata di 5 anni può accedere al relativo beneficio: versando a titolo volontario per i 5 anni di legislatura una somma che si aggira sui 38mila euro potrà avere un’indennità mensile di 720 euro. E cos’è successo il 26 maggio scorso?

LEGGI LA NOTIZIA DELLA CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA PER ABROGARE LA LEGGE

La legge approvata (alle 20,30 circa, dopo il nutrito dibattito sul programma di governo) ha modificato la legge 13/2019 togliendo da un articolo l’espressione “a fine mandato” (per consentire al consigliere di optare anche dopo la fine mandato) per l’indennità differita nei termini di cui sopra o rinunciare. Su questo articolo c’era l’accordo di tutti.

E proprio su questa opzione consentita ai consiglieri, hanno dato l’ok anche i capigruppo dell’opposizione.Ma nel testo di legge approvato è apparso anche una seconda modifica, un sub-emendamento, che, cancellando dalla legge 13/2019 l’espressione “Non è ammesso alla contribuzione volontaria il consigliere regionale la cui elezione sia stata annullata” (vuol dire che se un consigliere cessa il mandato per un ricorso vinto da altri o per altre ragioni, può continuare a versare il contributo volontario per ottenere l’indennità differita), disallinea la Calabria dalle altre Regioni. Cui prodest? Comica finale: “si illustra da sé”.

Sulla vicenda è intervenuto oggi anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio con un post su Facebook: «Mentre i cittadini hanno serie difficoltà economiche e le imprese sono colpite duramente dalla crisi, la regione Calabria reintroduce il vitalizio. Davvero surreale».

«Leggo di consiglieri regionali che adesso vorrebbero tornare sui propri passi – ha aggiunto -. Bene, abolite subito questa legge. La politica deve dare il buon esempio. E se non riesce a farlo in una situazione del genere, allora significa che non lo farà mai più».

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