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Il Comune di Lamezia Terme

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ALLARME per i ritardi del Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza) nelle regioni meridionali. La città di Lamezia Terme figura al settimo posto tra i comuni peggiori in Italia per i ritardi nelle progettazioni del Pnrr. I punti critici sono sostanzialmente due: la riduzione personale dei Comuni italiani (-27% fra il 2007 e il 2020) e la particolarmente bassa percentuale di dipendenti con qualifiche dirigenziali.

Lo studio che la Fondazione con il Sud ha commissionato a Gianfranco Viesti, professore ordinario di economia applicata presso l’Università di Bari «Aldo Moro» evidenzia un indice sintetico di valutazione del «grado di difficoltà» delle amministrazioni comunali a far fronte alle proprie attività, «per una insufficiente dotazione organica», confermando che, con qualche eccezione, «tali difficoltà sono maggiori nel Mezzogiorno».

Ebbene, per le criticità dell’apparato burocratico comunale, nonostante siano note da tempo, l’amministrazione non ha adottato le misure necessarie per porvi rimedio e dall’altro c’è un ritardo anche su alcuni progetti strategici come il collegamento diretto tra stazione ferroviaria ed aeroporto (progetto tra l’altro messo in campo dal presidente Oliverio), come pure c’è il rischio concreto di perdere le risorse assegnate.

Tra l’altro, sul sito del comune di Lamezia Terme compare la pagina per l’attuazione misure Pnrr, con la scritta “sezione in allestimento” – ultima modifica 14 luglio 2022. Questo dà la misura di ciò che sta facendo l’amministrazione comunale. Come è il caso dei fondi per il consolidamento e la messa in sicurezza dell’istituto Maggiore Perri; oppure la quasi decennale rigenerazione del progetto SA.R.A. (finanziamento 30 milioni); due anni non sono bastati per l’acquisto dei seggiolini (ecc.) per il palazzetto dello sport (98.000 euro); il contratto di quartiere; piano spiaggia; progetti Pinqua; il Piano di insediamenti produttivi di Rotoli (si legge nel Dup) rappresenta, nonostante i ritardi e gli ostacoli incontrati nella sua piena attuazione, una priorità strategica per il territorio di Lamezia; Agenda urbana: Castello Normanno-Svevo (finanziamento 1.313.060,00); Palazzo ex anagrafe corso Numistrano (finanziamento 844.110,00); Teatro Umberto (finanziamento 422.055,00); beni confiscati Ginepri housing sociale (finanziamento 844.110,00); Palazzo comunale di Sant’Eufemia Lamezia (finanziamento 468.950,00); Teatro Costabile (finanziamento 328.265,00); centri storici (finanziamento 2.813,700,00); Palazzo Comunale via Perugini (finanziamento 1.970.000,00); Edificio Scolastico Borrello-Fiorentino (finanziamento 1.600.000,00); Scuola Don Milani (finanziamento 1.600.000,00).

I detti interventi (riporta il Documento unico programmazione ) dovranno essere realizzati con tempistiche di celerità assoluta. Ma l’amministrazione è ferma. Ciò non fa altro che dimostrare che la macchina burocratica comunale non riuscirà a far fronte a tutte queste scadenze, specialmente con i progetti del Pnrr che hanno una tempistica particolare.

Da quando si è insediata l’amministrazione, invece di affrontare i due punti di maggiore debolezza, ovvero la quantità e la qualità delle risorse umane disponibili e il tempo a disposizione per trovare una soluzione adeguata, ha preferito impantanarsi nella discutibile “vendita” dell’ex Cantina sociale, nell’approvazione di un Psc obsoleto e pieno di irregolarità, nel project financing della pubblica illuminazione senza risultati sul fronte della smart city e sottraendo il servizio alla Lamezia Multiservizi; nella mancata nomina dell’assessore ai lavori pubblici; dividendo i cittadini e vantandosi di aver sbaragliato i partiti della sinistra e quelli della destra. Tutto ciò rischia di vanificare uno dei principi prioritari di governo dell’Unione Europea, quello alla base di tutti i progetti, la “coesione sociale”.

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Fabio Grandinetti

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