Il banchetto per la raccolta firme
3 minuti per la letturaDue giorni per dire no all’Autonomia differenziata, raccolta di firme a Lamezia con oltre 450 persone che hanno siglato la loro avversione alla riforma Calderoli
LAMEZIA TERME – Due giorni dedicati alla raccolta di firme (oltre 450 i cittadini che hanno firmato sabato e domenica) contro l’Autonomia differenziata e il premierato. Una due giorni tenutasi sull’isola pedonale di corso Giovanni Nicotera promossa dal Comitato “Difendiamo la Costituzione” di Lamezia Terme. Il Disegno di legga sull’Autonomia, già approvato dal Senato il 23 gennaio 2024, sarà all’esame oggi della Camera per la discussione ed eventualmente per l’approvazione definitiva, «se non interverrà un qualche rinvio o un opportuno quanto auspicabile ripensamento».
L’iniziativa del sit-in di sabato e domenica scorsi, ha seguito il dibattito pubblico già organizzato dal Comitato contro l’Autonomia differenziata, «pervicacemente voluta dalla Lega e dal governo Meloni – è stato sottolineato dall’avvocato Mario De Grazia, promotore del Comitato – con la manifesta e ipocrita complicità di tutti i parlamentari meridionali dei partiti che sostengono il governo». Al gazebo della petizione di corso Nicotera è stato ribadito «che le regioni potranno trattenere fino al 10% delle tasse riscosse sul loro territorio (Iva, Irpef, ecc.) riducendo così la disponibilità economica che il governo centrale avrà per la perequazione tra le stesse regioni. Così le regioni più ricche (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, ecc.) avranno maggiore disponibilità di spesa a discapito delle regioni più povere che si vedranno ridotte notevolmente le risorse finanziarie dello Stato, così facendo aumenterà ancor di più la disuguaglianza tra nord e sud.
Le regioni più ricche, grazie alle tasse che tratterranno e spenderanno sui loro territori, potranno offrire servizi e stipendi più alti nella pubblica amministrazione, alimentando l’emigrazione del sud al nord e lo spopolamento della nostra terra. Perciò è fondamentale opporsi a questo progetto scellerato di autonomia differenziata che mina l’unità del nostro Paese». Con l’Autonomia differenziata «si avrà la frammentazione del Paese e la divisione della Repubblica che l’art.5 della Costituzione ribadisce essere una e indivisibile. Tutti debbono sapere che questa riforma, contrariamente alle deboli motivazioni che le forze politiche governative adducono per giustificare la svendita del Meridione, avrà come obiettivo non un ragionato decentramento amministrativo, ma lo smantellamento di una politica unitaria, solidale ed egualitaria. Essa mira ad attribuire, soprattutto alle Regioni del Nord, un’ampia potestà legislativa esclusiva su 23 materie, tra le quali l’Istruzione, la Sanità, i Trasporti, l’Ambiente, etc. e con esse la possibilità di trattenere, per l’erogazione dei relativi servizi, buona parte delle entrate fiscali riscosse sui loro territori, sottraendole al gettito erariale nazionale per cui lo Stato, per far fronte alle prestazioni delle restanti Regioni non differenziate, sarà costretto ad ampliare ulteriormente il debito pubblico di bilancio».
È stato anche ricordato che la Conferenza Episcopale Calabra, come tutte le altre Conferenze regionali, «ha manifestato tutta la sua contrarietà e preoccupazione e ha definito l’ autonomia differenziata “un progetto fortemente divisivo che rompe la solidarietà e che è destinato a far aumentare il divario civile esistente tra il Sud e il resto del Paese». Richiamando l’economista Gianfranco Viesti, ha fatto propria la sua definizione nel ritenere questa riforma una “Secessione dei ricchi”. «Possiamo dire che il sit-in è andato oltre le aspettative – ha dichiarato Mario De Grazia – In sei ore complessive abbiamo dialogato e raccolto le firme di oltre 450 cittadini contro il Ddl sull’autonomia differenziata. Molti di questi non sapevano cosa fosse l’autonomia differenziata (pensate che qualcuno la confondeva con la raccolta differenziata). Una sensibilizzazione politica sul tema è stata fatta, speriamo bene. Dobbiamo continuare perché non tutto è compromesso e altre battaglie civili ci attendono sul premierato» ha concluso De Grazia.
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