L'intervento di Antonio Decaro
3 minuti per la letturaCATANZARO – Catanzaro al centro del dibattito politico istituzionale per «far partire un messaggio di grande unità e responsabilità istituzionale, con l’impegno di fare fronte comune su un argomento, l’autonomia differenziata, che deve vedere coinvolti e partecipi amministratori e sindaci che vivono sulla loro pelle i problemi e i disagi delle comunità».
È quanto afferma il sindaco del capoluogo di Regione, Nicola Fiorita che ha ospitato i sindaci di Cosenza, Crotone e Reggio Calabria per un confronto sullo stato dell’arte ed i riflessi della riforma per i territori. Ospite d’eccezione, nel Complesso monumentale San Giovanni, anche il presidente dell’Anci, nonché sindaco di Bari, Antonio Decaro, che porta avanti da tempo un dialogo istituzionale a tutela dei diritti dei Comuni e contro ogni ipotesi federalista che possa acuire lo storico divario tra Nord e Sud.
«Siamo preoccupati per diversi motivi, il primo è che sembrano assegnare alle Regioni delle funzioni che sono di carattere amministrativo e di carattere legislativo, programmatorio, che sono le funzioni tipiche delle Regioni, quelle amministrative sono funzioni che normalmente competono ai Comuni. Rischiamo di proliferare anche di agenzie, enti, complicando anche il rapporto con i cittadini», ha detto Decaro. «Siamo in un momento in cui i Comuni chiedono 36 milioni di euro allo Stato per fare un passo in avanti rispetto alla distribuzione dei fondi comunali – spiega -. Abbiamo bisogno di 26 milioni, ci chiediamo come sarà possibile finanziare 50-80 miliardi di euro per finanziare i livelli legati alle prestazioni. Noi abbiamo paura che così rischiamo di far diventare più ricco chi era più ricco e più povero chi era più povero, se non si interviene sui livelli delle prestazioni con risorse aggiuntive«.
«Oggi abbiamo la necessità di tutelare alcuni territori che sono fragili. Credo – spiega ancora il presidente dell’Anci – sia importante il messaggio che i sindaci si mettano insieme e ragionino su questo tema, che è un tema che oggi non è ancora nella percezione dei cittadini. Per noi è importante che siano tutelate le funzioni dei Comuni, che sia tutelato il cittadino nel proprio diritto e che se si deve fare l’autonomia differenziata, che sarà una scelta che farà il governo, siano assicurate le risorse per i livelli essenziali delle prestazioni, proprio per permettere a tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo dove vivono, secondo i dettami della Costituzione, di avere gli stessi servizi, che non possono cambiare a seconda del territorio».
Una battuta di De Caro arriva anche sul Ponte sullo Stretto, il cui destino secondo lui deve essere deciso dai territori «indipendentemente da quello che pensa il Governo i territori devono decidere se quel collegamento per loro è un collegamento importante».
Secondo Falcomatà, quello dell’Autonomia differenziata è un tema che «dovrebbe interessare l’intero Paese, perché una legge che spacca in due l’Italia e un governo che parla sempre di tricolore sul petto e dell’importanza dell’unità nazionale dovrebbe porsi il problema di come questa legge continui ad allargare le differenze e il divario che c’è tra il Nord e il Sud: ed è importante che lo facciano i sindaci in un momento storico nel quale si ragiona di responsabilità dei sindaci perché siamo noi che teniamo unite le comunità ed è giusto che parte da qui la discussione».
Anche secondo il sindaco di Crotone, Voce, l’Autonomia differenziata dividerà ulteriormente «l’Italia allontanando il Mezzogiorno dal resto del paese. La diminuzione del fondo di solidarietà comunale è motivo di preoccupazione. Preoccupa il fatto che alcune Regioni come l’Emilia Romagna a suo tempo abbiano aderito per cui non sappiamo nemmeno con chi prendercela dal punto di vista politico». Il sindaco di Catanzaro ha voluto rimarcare ancora una volta che questa iniziativa non vuole lanciare “il partito dei sindaci” né assumere un posizionamento politico. «Vogliamo solo rilanciare il tema dell’autonomia differenziata, ascolteremo tutti i sindaci: potenzialmente è la pietra tombale su ogni prospettiva di sviluppo del Sud, perché è ispirato alla filosofia del dare di più ai ricchi e del comprimere le risorse a disposizione del Sud. Esattamente la filosofia opposta, quella su cui si basa ogni comunità che vuole stare insieme e che della giustizia sociale, della solidarietà tra i territori fa la sua ragione d’essere», ha rimarcato Fiorita.
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