Il Municipio di Nocera Terinese
3 minuti per la letturaCATANZARO – «L’indagine Alibante della Dda di Catanzaro apre scenari inquietanti nella vita politica e amministrativa del nostro paese e getta ombre oscure sui risultati delle ultime elezioni comunali. La nostra preoccupazione è quella che, se l’impianto accusatorio dovesse essere confermato, tutta la nostra comunità sarà chiamata a pagare un prezzo altissimo».
È quanto afferma in una nota il gruppo di minoranza in Consiglio comunale a Nocera Terinese “Il paese che vogliamo” sull’operazione “Alibante” che oggi ha portato a 19 misure cautelari (LEGGI). Agli arresti domiciliari sono finiti, tra gli altri, l’ex sindaco Luigi Ferlaino e l’attuale vicesindaco Francesco Cardamone, carabiniere in servizio a Catanzaro.
«Nel ringraziare il Procuratore Gratteri, il Procuratore Aggiunto Capomolla e il Nucleo Investigativo dei Carabinieri per il lavoro svolto, che difendiamo e sosteniamo – scrivono i consiglieri Fernanda Gigliotti, Vittorio Matteo Macchione, Saverio Russo e Gianluca Filandro – ci auguriamo che tutte le parti sociali e le forze politiche lavorino insieme nella difesa di una comunità e che si possa fare presto chiarezza sulle responsabilità e i ruoli di ciascun indagato. Coerenti con la nostra storia, anche in questo caso, restiamo garantisti fino al terzo grado di giudizio, al contrario di chi è garantista a convenienza».
«Di condizionamenti e di arroganza nel nostro paese – scrivono – ne abbiamo subiti tanti, un paese dove oramai anche il respiro è controllato e dove un like sotto il post di un profilo Facebook dell’avversario può costarti una ritorsione. Questo, purtroppo, al di là delle vicende giudiziarie sulle quali ci sarà modo e tempo di ritornare è il clima creato da alcuni degli odierni indagati a Nocera Terinese, da coloro che con la forza intimatrice di una divisa o di una testata giornalistica e/o blog Cronache Noceresi e numerosi profili anonimi, hanno lavorato ai fianchi del nostro gruppo politico, provando in tutti i modi a delegittimarci fino a fermare la nostra azione amministrativa nel 2018».
«Dalla lettura degli atti di questa indagine – si legge ancora nella nota – si comprendono, infatti, tante cose e si disvelano finalmente le vere ragioni per le quali il Sindaco Pandolfo si è dimesso il 10 agosto 2018 dopo soli due mesi dall’elezione».
«Ma si comprendono, soprattutto – prosegue il testo – le ragioni per le quali siamo stati sconfitti nel 2018 e nel 2019 stante la “impermeabilità del Sindaco Gigliotti rispetto alle pressioni illecite” come è riportato negli atti dell’indagine. Una comunità, comunque, sempre più bloccata sugli interessi economici di pochi, tradita dalle velleità politiche di alcuni, ostaggio del desiderio di vendetta di coloro che da anni distruggono la coesione sociale per spadroneggiare, soffocata dalla potente e capillare capacità di controllo del voto da parte di alcuni noti personaggi dei quali, purtroppo, anche il Sindaco Albi, eletto nel 2019, si è circondato».
Altresì aggiungono: «Oggi comprendiamo, finalmente, anche il perché di alcune scelte politiche del Sindaco Albi, dei suoi tanti silenzi e ci sono più chiare le ragioni delle tensioni che sono sorte da mesi in seno alla maggioranza, proprio a causa delle “ingerenze esterne politiche e non”, per come denunciato negli ultimi Consigli Comunali».
«Ed è evidente a questo punto della storia – si legge ancora nel comunicato – come tutto quello che abbiamo denunciato in questi anni, contro cui abbiamo combattuto e perso per una manciata di voti, sembri trovare conferma nei provvedimenti della DDA di Catanzaro. Sulla comunità nocerese già depredata da un dissesto finanziario monstre, incombe da oggi la spada di Damocle di uno scioglimento per infiltrazioni mafiose, uno stigma ed un’onta insopportabile. Una ipotesi da scongiurare».
«Per tale ragione, ma anche per rispetto dei suoi tanti elettori che hanno creduto in buona fede in un progetto politico – concludono – chiediamo al Sindaco Albi di ritrovare un minimo di lucidità, un barlume di coraggio e di autonomia e di compiere un atto di responsabilità, formalizzando le proprie dimissioni prima che sia troppo tardi».
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