3 minuti per la lettura
CATANZARO – Spigole, fritture, arancini, pajate e tagliatelle. La storia dell’Italia repubblicana, prima e seconda per non far torno a nessuno, è ricca di aneddoti che raccontano dei destini della politica nostrana decisi a tavola, al ristorante o a casa di qualche leader.
A queste latitudini, c’è da tessere rapporti, recuperare alleanze e rispolverare accordi soprattutto nel centrodestra che deve pareggiare i conti con le candidature già messe in campo dai competitor del centrosinistra. Sempre nel campo del civismo, si viaggia su tre nominativi – il professore Nicola Fiorita, l’avvocato e professore Valerio Donato e l’avvocato Aldo Casalinuovo – mentre nell’alveo opposto, c’è il presidente dell’Ordine degli avvocati, primo dei non eletti al consiglio regionale per Forza Italia, Antonello Talerico.
Quale migliore occasione di una cena in riva al mare, tra alleati di lungo corso – nella fattispecie l’ex presidente della Provincia di Catanzaro, esponente di FdI Michele Traversa, e l’ex consigliere regionale e coordinatore provinciale di Forza Italia, Mimmo Tallini – che nonostante inevitabili divergenza o schermaglie, archiviate negli anni, finiscono sempre per ritrovarsi in sintonia, per ragionare dell’identità del candidato sindaco del centrodestra? E questo prima che sia troppo tardi per l’umore delle truppe e che per il post Abramo non si decida di avviare un processo di clonazione. E così, da reunion culinaria a vertice strategico per le magnifiche sorti e progressive del centrodestra a caccia del candidato sindaco, il passo è stato breve.
Il piatto forte è proprio un altro nome su cui ragionare per garantire l’unità della coalizione che vuole mantenere salde le redini di Palazzo de Nobili: e poi che, il tavolo romano – quello dei maggiorenti dei partiti nazionali del centrodestra – potrebbe sancire l’opa di Fratelli d’Italia sull’indicazione del nome, i meloniani catanzaresi si portano avanti con il lavoro e suggeriscono una personalità di destra doc, che ha militato in An, conosciuto e stimato, come Saverio Loiero. Un avvocato, per rimanere nel mood della sindacatura 2022.
Loiero è un professionista affermato, amministratore di lungo corso, appassionato politico, già sindaco di Simeri Crichi, già assessore alle Attività produttive nell’Abramo Ter che sembra sarebbe gradito anche al riferimento della Lega, il presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso, suo collega nell’Esecutivo comunale; e non dispiacerebbe nemmeno al resto di Forza Italia, quella che fa capo al senatore Giuseppe Mangialavori che accarezzava la candidatura del presidente del consiglio comunale Marco Polimeni.
Le trattative sono aperte, anche perché la conditio sine qua non per chiudere in bellezza resterebbe sempre la massima condivisione degli alleati.
Insomma, tra l’antipasto e l’ammazza-caffè affiora il nome di uno dei candidati possibili da far digerire ad un altro tavolo, quello dell’interpartitica del centrodestra – che i bene informati dicono potrebbe tenersi tra domenica e lunedì – è aperto il concorso per dare un nome all’accordo che potrebbe portare alla candidatura a sindaco di Saverio Loiero.
Libero sfogo alla fantasia. L’ultimo accordo culinario è stato, ribattezzato il “patto delle pere cotte”. È stato siglato giusto qualche settimana fa tra Silvio Berlusconi Matteo Salvini e Giorgia Meloni a Villa Grande, nuova residenza-ufficio dell’ex premier nella Capitale. Il dessert servito ai leader del centrodestra a fine pasto, pere al vin brulè con contorno di marmellata, diventa il sigillo mediatico del via libera di Forza Italia all’asse sul maggioritario con Lega e Fdi in cambio del sostegno degli alleati alla candidatura del Cavaliere al Colle. E sappiamo bene come è finita: più biochetasi per tutti.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA