Il Comune di Catanzaro
2 minuti per la letturaCATANZARO – L’anno che è arrivato a Catanzaro ha già portato una bella campagna elettorale carica di doni: conflitti, divisioni, tante parole e soprattutto omissioni, sia a destra che a sinistra, in materia di candidature a sindaco. Il Nuovo centrosinistra – e l’aggettivo è solo un auspicio – si trova per le mani la disponibilità del professore Nicola Fiorita, non iscritto al Pd (che ha l’opa sul candidato) e leader del movimento civico “Cambiavento”. Nome condiviso dai 17 partecipanti all’assemblea degli iscritti che hanno verbalizzato l’esito della consultazione, passando la palla a Roma.
Nell’attesa che la dirigenza nazionale “scongeli” ogni decisione in merito: per fare questo bisogna aspettare il congresso regionale e quindi quello provinciale, e quindi la seconda decade di gennaio. Ma, rincuora sapere che per il candidato unico alla guida della segreteria regionale, Nicola Irto «Catanzaro è un caso nazionale».
Candidato a sindaco, “autonomo e civico” è anche il professore Valerio Donato, militante storico di sinistra, con una consolidata esperienza, iscritto del Pd – che non rinnega – pronto ad andare avanti senza chiedere sostegno a nessuno, prima di tutto al suo partito. Ha già suscitato – resuscitandole – l’attenzione dei “centristi”, disposti a fare la differenza dando voce ai moderati senza fissa dimora.
Se Atene piange, Sparta non ride. Nel centrodestra chiamato ad individuare il successore di Abramo, che dopo 20 anni non si può più ricandidare (altrimenti il problema era risolto) la confusione e l’indecisione sono talmente predominanti che si rompe perfino il tabù dell’ipotesi “primarie”. Le chiede l’Udc, da tempo in maggioranza, ma non in Giunta. Ma l’idea non piace alla Lega del presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso, in asse con il crescente Fdi, della deputata Wanda Ferro, partito a cui toccherebbe l’indicazione del candidato sindaco (si parla da settimane dell’assessore regionale Filippo Pietropaolo).
Il sindaco Abramo assicura che dopo aver imbandito le tavole natalizie, arriverà anche l’ora di far sedere la coalizione, unica titolata ad indicare il suo successore. E già si rimpiangono zampone e cotechino.
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