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L'intervento di Luigi Di Maio a Catanzaro

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CATANZARO – «Questa missione mi carica di responsabilità e energia. Il fatto di essere un uomo libero e indipendente cambia le regole di come si fa politica in questa Regione. E questo dà fastidio».

Così Francesco Aiello, candidato M5s alla Regione Calabria, presentando la sua candidatura alla presenza del capo politico Luigi Di Maio. «Ho deciso di lottare e rimanere in Calabria per dare un futuro alla mia terra. Ora – aggiunge – cerco di farlo come politico, convinto che la politica sia servizio alla collettività. C’è una fame di sviluppo in questa terra che va soddisfatta. Io – sottolinea – credo nel senso delle comunità, nella condivisione, nel confronto dialettico, nel mettersi in discussione con gli altri. Credo nella solidarietà, nella tolleranza, nella dignità del lavoro. Quando premo i muri della mia casa sento uscire il sudore del lavoro di mio padre. Preferisco pensare alla collettività, più che al semplice individuo. Il mio metodo di lavoro si sintetizza in tre parole: ascolto delle idee altrui, condivisione di analisi e problemi e infine avere un’abilità di sintesi, guardare l’obiettivo e cercare di raggiungerlo. Amo i ragionamenti semplici, non quelli complessi».

«Dobbiamo rimboccarci le maniche e fidarci reciprocamente – ha aggiunto Aiello – ognuno di noi metta da parte la propria individualità e lavorare in squadra. Se non facciamo questo disperdiamo ogni sforzo. Sentiamoci protagonisti del cambiamento perchè è possibile», ha concluso tra gli applausi.

«La più grande frustrazione e stanziare miliardi per il sud, per la sanità – ha detto aprendo il suo intervento, invece, Luigi Di Maio – ma poi mi chiedo a a che serve se li mandiamo sempre ai soliti, a chi li gestisce sempre nello stesso modo. Ci sono venti miliardi ma se li dobbiamo dare a chi ha governato negli ultimi vent’anni non cambiamo niente. Per questo le regioni contano così tanto: sono il filtro tra la vostra vita e il potere di Roma».

Venendo alla Calabria: «Ci sono tantissimi ragazzi che se rimanessero qui sarebbero una grande risorsa – ha spiegato il ministro – oggi c’è un fondo di un miliardo di euro per finanziare i giovani calabresi che hanno un’idea da sviluppare nella loro terra».

Non è poi mancato un riferimento all’inchiesta che travolto il Comune di Catanzaro: «Lo scandalo dei consiglieri comunali di Catanzaro è uno schiaffo in faccia a tanti amministratori onesti. Ma qualcuno li ha anche votati: qui c’è da fare un mese di porta a porta e dare una svegliata. Chiedere a tutti di mandare a quel paese chi chiede il voto da vent’anni». Infine sul movimento Cinquestelle: «La forza del movimento è stata quella di tenere la bara dritta, rappresentando un’alternativa a chi ha governato tra arresti e corruzione. Non è che se cambiano le persone cambia il metodo. Le sirene dell’una e dell’altra parte si stanno facendo sentire: ma posso dire che chi sceglie le scorciatoie finisce per far morire il movimento».

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