L'intervento del direttore Roberto Napoletano a Catanzaro
5 minuti per la letturaCATANZARO – Nelle casse degli enti locali del Mezzogiorno continuano a mancare all’appello miliardi di euro perché lo Stato continua a tenere ben stretti i cordoni della borsa quando si tratta di drenare risorse che per legge dovrebbero invece essere indirizzate ai Comuni garantendo la perequazione sociale ed infrastrutturale.
Il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, continua a dirlo da anni, così come da anni Il Quotidiano del Sud L’Altravoce dell’Italia (SCOPRI IL DOSSIER) lo denuncia numeri alla mano e oggi c’è anche il sigillo dell’indagine di Fondazione Open Polis sulla sperequazione nella distribuzione delle risorse al Comune di Catanzaro da parte dello Stato, illustrata proprio questa mattina nel corso di una conferenza stampa alla presenza in remoto anche del direttore de “Il Quotidiano del Sud”, Roberto Napoletano.
Lo studio, commissionato dallo stesso primo cittadino, è stato presentato insieme a Vincenzo Smaldore, responsabile editoriale di Open Polis, che ha spiegato nei dettagli l’indagine che ha preso in esami dati certificati proprio dallo Stato.
Catanzaro è già promotore di una grande class action degli enti locali del sud contro il Governo, perché “i dati parlano chiaro: Catanzaro, e il Sud in generale, vengono penalizzati da anni”. E il direttore de “Il Quotidiano del Sud” esclama “finalmente”, perché “il salto di qualità si avrà nel momento in cui l’istanza sarà posta da amministrazioni e presidenti regionali, e quelli che ho sollecitato fino ad ora non l’hanno voluto fare, perché sono gli unici titolati all’evidenza e al giudizio della corte Costituzionale”.
Napoletano ha ribadito anche davanti alla platea di Catanzaro – tra i presenti il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, la deputata azzurra Maria Tripodi, in remoto il sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo, i consiglieri regionali Libero Notarangelo, Filippo Pietropaolo e Domenico Tallini – che è necessario fare i due fondi di perequazione sociale e infrastrutturale, non l’autonomia differenziata. Oppure, meglio ancora: bisogna prendere la spesa pubblica pro capite in scuola, sanità, trasporti, e calcolare la media di lungo periodo perché non possono più esistere cittadini di serie A e cittadini di serie B e la quota pro capite deve, dunque, essere paritaria.
“Ovviamente – spiega ancora il direttore Napoletano – tutto questo significa che chi riceve indebitamente infinitamente di più, dovrà rinunciare a qualcosa, e chi riceve indebitamente infinitamente di meno, dovrà avere qualcosa di più. Ovviamente si dovrà misurare anche la capacità di erogare servizi di qualità delle amministrazioni territoriali in tutte le funzioni perché la spesa media deve servire a riequilibrare e a elevare il capitale sociale dove più è stato svuotato”
“Sono passati 10 anni non si è fatto assolutamente e questa è una vergogna assoluta. Devo però dire che tutto ciò è stato possibile perché la Conferenza Stato-Regioni, dove gli interessi di tutti gli schieramenti, io la chiamo la sinistra padronale tosco-emiliana e il centrodestra lombardo-veneto a trazione leghista – si saldano e determinano quello che è sotto gli occhi di tutti – spiega ancora Napoletano -. E poi si continua a fare una distinzione sbagliata: il Pnrr pone al centro come priorità strategica il riequilibrio tra le due Italie. Mai, nemmeno nel decennio del miracolo economico del Dopoguerra si sono destinate somme così rilevanti per il Mezzogiorno per interventi per infrastrutture materiali e immateriali. C’è una chance irripetibile per la riqualificazione delle città, per gli asili nidi: il complesso dell’iniziativa è gigantesco. Ai fondi del Pnrr si aggiungono i fondi di coesione e sviluppo che drammaticamente le regioni meridionali sono totalmente incapaci di spendere. Basti pensare che nel programma 2014-2020 trenta miliardi di euro non sono né programmati né rendicontati (siamo nel 2021 e su 60 miliardi ne sono stati spesi 3). Non capisco perché la comunità del Mezzogiorno non si ribella quando i capi delle Regioni non sono nemmeno in grado di ricorrere alla Corte Costituzionale per fare in modo che ci siano gli investimenti infrastrutturali di cui le altre Regioni hanno la totale e piena disponibilità”.
Quindi, “è fondamentale non confondere i piani: PNRR e Recovery Plan devono restare distinti e soprattutto la spesa sociale resta in carico alla contabilità dello Stato. Il Mezzogiorno – ha concluso Napolitano – ha bisogno di recuperare il suo contesto ambientale”
“La non corretta applicazione del federalismo fiscale ha portato meno risorse statali nelle casse dell’amministrazione comunale – ha detto ancora il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo -. la relazione annuale della Corte dei Conti ha evidenziato chiaramente la disparità tra i Comuni del centro nord e i Comuni del centro sud, poi abbiamo raccolto tutti i dati relativi ai mancati trasferimenti in questo studio per Catanzaro. Si superano anche i 10 milioni di euro all’anno di mancate entrate da parte dello Stato: una cifra enorme per una città come la nostra”.
Secondo quanto riporta l’indagine “12,6 milioni è la riduzione dei fabbisogni standard dal 2017 al 2021 per il Comune di Catanzaro, e nel solo 2021, a fronte di un fabbisogno di 11,4 milioni, il municipio del capoluogo calabrese ne ha ricevuti meno di 4. I Comuni con fabbisogno standard e capacità fiscale limitati e in calo, come Catanzaro, riceveranno negli anni sempre meno risorse. Questo ha già provocato minori trasferimenti per più di 5 milioni, e la situazione non potrà che peggiorare con riduzioni maggiori per i prossimi anni”.
“Abbiamo già fatto una diffida al governo e quindi allo Stato, ora – ha reso noto il sindaco – faremo causa allo Stato per questi mancati trasferimenti, perché non si raggiungono i Lep, i livelli minimi essenziali. Noi andremo avanti, anche a costo di arrivare davanti alla Corte costituzionale e alla Corte europea, perché non è giusto che la Calabria e il Sud siano così penalizzati. Speriamo di poter collaborare anche con gli altri Comuni”.
A illustrare nel dettaglio l’indagine è stato Vincenzo Smaldore, responsabile editoriale di “Openpolis”. “Abbiamo analizzato i fabbisogni standard, il meccanismo tecnico in base al quale la riforma del federalismo fiscale definisce le risorse statali che ogni anno vengono date ai Comuni. Uno degli obiettivi era quello di portare più risorse sui territori, ma – ha rilevato Smaldore – questo obiettivo non è stato raggiunto: anzi, se noi avessimo continuato ad avere i meccanismi precedenti, il Comune di Catanzaro solo negli ultimi 4 anni avrebbe preso oltre 5 milioni in più. Quindi, la riforma del federalismo fiscale ha un impatto negativo su questo territorio”.
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