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Il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso

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Dopo le polemiche, il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso prende tempo sul consigliere supplente e convoca un vertice di maggioranza prima della seduta di lunedì

CATANZARO – «Mi attiverò, d’accordo col presidente Occhiuto e i capigruppo della maggioranza, affinché la discussione in aula della proposta sul consigliere-supplente sia preceduta da una serena discussione in un’apposita riunione dei capigruppo di maggioranza».

Lo afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso, con riferimento alle polemiche sulla Pdl dei capigruppo della maggioranza di centrodestra che prevede l’istituzione della figura del consigliere supplente, all’ordine del giorno della seduta consiliare in programma lunedì prossimo convocando un vertice di maggioranza lo stesso giorno.

«Per il rispetto delle prerogative di tutti i consiglieri che la carica di presidente dell’Assemblea regionale mi impone – esordisce Mancuso – non ho inteso fin qui prendere posizione sulla proposta legislativa dei gruppi di maggioranza finalizzata a introdurre, anche  in Calabria com’è stato fatto in altre Regioni (Lombardia, Umbria, Emilia Romagna, Molise e Abruzzo), l’incompatibilità tra lo status di consigliere regionale e quello di assessore. Tuttavia, di fronte alle  polemiche strumentali di quella parte delle opposizioni che irresponsabilmente agita, in linea con le più deplorevoli forme dell’antipolitica populista, lo spettro della spesa facile e dell’utilizzo spropositato delle risorse pubbliche, mi corre l’obbligo, a tutela della reputazione del Consiglio regionale e della facoltà di ogni consigliere di esercitare liberamente le funzioni legislative, di escludere categoricamente che la proposta in discussione porti a un aggravio della spesa. Tantomeno a un sovvertimento delle norme dello Statuto regionale».

MANCUSO: “NORMA NEL RISPETTO DEI PRINCIPI COSTITUZIONALI”

La proposta di legge, qualora approvata, secondo Mancuso «non modifica la previsione statutaria di 30 consiglieri e di 7 assessori che, infatti, rimane inalterata. Ma al contrario – prosegue il presidente del Consiglio regionale – attua, introducendo la figura del consigliere – supplente, un principio fondamentale dello Stato di diritto e delle democrazia liberali: l’incompatibilità tra lo status di consigliere regionale e quello di assessore. Si vuole cosi distinguere, nettamente, la funzione di controllo e vigilanza, tipica del consigliere regionale, da quella gestionale che spetta all’assessore».

Secondo Mancuso «sorprende che dinanzi al tentativo di riorganizzare, nel pieno rispetto dei principi costituzionali, l’architettura istituzionale della Regione per renderla più trasparente, democratica ed efficiente, parte delle opposizioni, anziché confrontarsi nel merito, lanci accuse di sfacciato utilizzo delle risorse pubbliche, dimenticando che questo Consiglio regionale, anche sulla riduzione dei costi della politica, non ha nulla da rimproverarsi. Avendo, fra l’altro, ridotto  all’essenziale le proprie esigenze istituzionali, fino al punto di restituire alla Giunta ben 13 milioni di euro da utilizzare per politiche dello sviluppo economico e sociale».

Quindi: «Precisati i punti fondamentali che rendono opportuna e necessaria  la proposta di dotare la Regione del consigliere-supplente, e auspicando che la dialettica maggioranza-opposizioni recuperi, nell’interesse della Calabria, i tratti della leale collaborazione, mi attiverò, d’accordo col presidente Occhiuto e i capigruppo della maggioranza affinché  la discussione in Aula della proposta sul consigliere-supplente, sia preceduta da una serena discussione in un’apposita riunione dei capigruppo di maggioranza».

In conclusione: «Sarà quella la sede per chiarire definitivamente la linearità democratica dell’iniziativa e la sua documentata invarianza di bilancio. Nonché – conclude il presidente del Consiglio regionale – l’occasione  per un complessivo approfondimento delle norme utili ad assicurare più corrette e produttive relazioni politiche e istituzionali  fra Giunta e Consiglio regionale».

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