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CATANZARO – «In Calabria ora si apre una fase nuova. Spingeremo il nuovo governo regionale a mantenere gli impegni, perché non si possono rubare i voti alle persone». Così Nicola Zingaretti a Catanzaro. Il segretario nazionale del Pd è tornato dopo il risultato delle urne: «Mi fa piacere essere tornato in Calabria perché le promesse si mantengono – ha detto – abbiamo combattuto ed era giusto tornare. Io metto la faccia ovunque, nelle battaglie giuste e anche in quelle difficili, e torno anche dopo le elezioni. Non so se tanti leader della destra che hanno battuto questa terra prima del voto, siano tornati. Penso di no».
Sul rapporto tra Calabria e governo centrale il segretario non ha dubbi: «Il Pd governa l’Italia, e il governo aiuterà la Calabria e i calabresi anche se hanno vinto i nostri avversari. Siamo coscienti della sconfitta ma determinati a non far coincidere quella sconfitta con l’abbandono di una battaglia politica giusta».
All’incontro, affollatissimo, hanno partecipato dirigenti provenienti da tutta la Calabria, con presenze significative della diaspora. «Sono contento che il Pd è il primo partito della Calabria – ha aggiunto Zingaretti – ovviamente mi dispiace che le divisioni in questo campo ci abbiano impedito di vincere ma io non vengo solo per chiedere voti, vengo per essere vicino a questa terra. Questa è la differenza. A coloro che non hanno colto l’esigenza di unità di fronte a un unico candidato del centrodestra, dico che noi rispettiamo la scelta e siamo pronti a un dialogo di ricostruzione, però dividersi è un errore, divisi si perde, e quando ci sono le battaglie politiche ed elettorali, valgono le identità, i contenuti, ma vale l’unità, e su questo si è sbagliato».
Su Callipo: «Callipo ha avuto il merito di essere stato lo strumento migliore per la riorganizzazione di una proposta politica, culturale e anche etica. Io giro l’Italia da Nord a Sud e vi confesso che imprenditori che all’improvviso decidono di buttarsi nella mischia per amore della loro terra, ne ho visti pochi. Noi dovremo essere la più grande, intransigente chiara costruttiva ma netta forza di opposizione a chi ha vinto le elezioni. Distinzione dei ruoli, a cominciare innanzitutto da un’altissima vigilanza contro le mafie, la ‘Ndrangheta, i poteri criminali, la corruzione e il potere che intorno alla spesa pubblica si può determinare. Dobbiamo costruire non sostituendo la militanza ma rafforzandola. Dicono che loro hanno la “bestia” di Salvini. Basta con questi miti. C’hanno un sacco di soldi. Quelli sì, noi non li abbiamo e dobbiamo trovarli. Con le mani pulite, però».
Al fianco di Zingaretti c’era Pippo Callipo: «Noi dobbiamo fare la rivoluzione – ha detto l’imprenditore – quando la notte del voto ho visto che saremmo stati secondi, ho avuto rammarico, ma subito dopo mi sono detto che non era finita, che c’era da fare molto di più, anche dall’opposizione. E faremo tantissimo. Daremo un contributo alla maggioranza, se ci seguono, bene, altrimenti faremo una opposizione dura e drammatica».
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