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‘Ndrangheta e territorio, secondo il rapporto ecomafie discusso durante Trame «la Calabria stabilmente al quinto posto della classifica per reati ambientali»
LAMEZIA TERME – Enrico Fontana, giornalista responsabile dell’osservatorio nazionale ambiente e legalità di Legambiente, è stato ospite a Trame alle 16:30 nella sala affrescata di Palazzo Nicotera, dove con il presidente di Legambiente di Lamezia Terme, Gianni Arena, e la giornalista moderatrice Viviana Spinella hanno preso in esame alcune tematiche ambientali spaziando dagli eco reati in tema di rifiuti, a quelli nel settore urbanistico e degli appalti.
Si è discusso poi della inutilità del ponte sullo Stretto, del problema delle concessioni balneari, energie rinnovabili, economia circolare e risorse del Pnrr come occasione irripetibile per l’Italia. Da quando nel 2015 hanno fatto la comparsa nel codice penale i delitti ambientali tanto si è potuto fare. Ha spiegato Fontana: «Dal report ecomafia del 2022 di Legambiente, emerge che sono 344 i reati ambientali in Calabria nel settore dei rifiuti che vanno dal sequestro di discariche abusive a gestioni illecite. Sono invece 387 le persone denunciate per tale reato.
La Calabria è stabilmente al quinto posto della classifica nazionale con la Campania, la Puglia, la Sicilia ed il Lazio e Cosenza è la Provincia più colpita, seguita da Reggio Calabria e Vibo Valentia. Se andiamo ad analizzare i dati degli ultimi cinque anni rileviamo oltre 2200 reati, per lo più di impresa. Più di 12000 le persone denunciate e 209 arrestate. La percentuale maggiore dei reati riguardano il ciclo illegale del cemento e la provincia di Cosenza in Calabria anche in tale settore risulta la più colpita, è al secondo posto nella classifica nazionale del rapporto Ecomafia 2022 con 373 reati, seguita al terzo posto da Reggio Calabria con 249. Gli incendi boschivi in passato erano molto diffusi e guarda caso proprio nei comuni sciolti per mafia.
‘ndrangheta territorio ed ecomafie
La ’ndrangheta non è solo responsabile di estorsioni, traffico di droga ma è anche “assassina” dell’ambiente in Calabria. Ne ricava profitto. La ’ndrangheta dal punto di vista ambientale ha scalzato la camorra creando un punto di incontro tra criminalità ambientale, economica e di stampo mafioso». Si è parlato dunque della concessione dei lidi balneari, della filiera agroalimentare, della tutela dei parchi.
Sul ponte dello Stretto Fontana è diretto: «Il ponte è inutile, rischia di distogliere risorse pubbliche da quello che serve veramente. Il buon senso avrebbe dovuto convincere a risanare le infrastrutture già esistenti», e sul Pnrr afferma: «Sono già stati spesi 25 miliardi. Qualcuno ha capito come e per cosa? Siamo preoccupati. Bisogna incanalare in maniera giusta le risorse per evitare che finiscano in mani errate. L’Europa non ce lo perdonerebbe. È una occasione irripetibile per l’Italia». Sulla necessità di diminuire il tasso di inquinamento da fonti fossili in favore delle energie rinnovabili per il giornalista Fontana bisogna essere propositivi.
«Non basta protestare contro il termovalorizzatore di Gioia Tauro ad esempio, poi bisogna puntare su impianti di economia circolare. La difesa dell’ambiente è comunque una priorità delle Istituzioni. I cittadini, noi di Legambiente denunciamo i delitti ambientali ma è lo Stato che deve dare risposte concrete».
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