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Presa di posizione di Cgil, Cisl e Uil Calabria sul futuro dei lavoratori nell’ambito della vertenza Abramo: «Formazione primo tassello del piano di rilancio»


CATANZARO – «La vertenza Abramo Customer Care, che coinvolgeva circa 1000 lavoratori a rischio licenziamento, si può ritenere chiusa. Un percorso lungo e complesso, che la Regione Calabria ha intrapreso, tra lo scetticismo generale, tanti mesi fa e che oggi finalmente ci conduce alla meta». A dichiararlo, al termine del tavolo tenutosi a Roma il 19 dicembre 2024, era stato il presidente della Regione Roberto Occhiuto, alla sua prima uscita pubblica dopo la convalescenza seguita all’intervento chirurgico al cuore. Ma a quasi due mesi da quel momento, i sindacati tornano alla carica e chiedono un incontro proprio al presidente della Regione per affrontare la questione dei lavoratori a progetto coinvolti nella vertenza Abramo che resta ancora aperta. Si tratta di 90 lavoratori che, come gli altri, dovrebbero trovare occupazione nel progetto della digitalizzazione delle cartelle sanitarie, ma che non hanno ancora alcuna certezza.

La richiesta porta la firma di Cgil, Cisl e Uil Calabria, insieme alle categorie Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom. «Siamo convinti che il confronto continuo con il presidente della Giunta regionale, frutto di un percorso unitario tra Cgil, Cisl e Uil Calabria, abbia portato alla risoluzione di una vertenza storica», sottolineano i sindacati in una nota.
Tuttavia, evidenziano che «la necessità di dare risposte concrete a questi lavoratori è ormai improrogabile», considerando che per anni hanno garantito servizi essenziali e oggi si trovano in una condizione di forte incertezza occupazionale.

I sindacati insistono sulla necessità di individuare «soluzioni concrete che garantiscano la stabilità occupazionale di queste lavoratrici e di questi lavoratori, favorendo al contempo un percorso di sviluppo sostenibile per il settore». Per raggiungere questo obiettivo, ritengono indispensabili «strumenti adeguati di politica attiva del lavoro e un piano di riconversione strutturato».

Accolgono con favore l’imminente avvio del percorso di formazione destinato ai lavoratori di Abramo, definendolo «un passaggio essenziale per la loro piena riqualificazione e per favorire l’avvio del processo di dematerializzazione». Tuttavia, mettono in guardia: «La formazione non può essere un punto di arrivo, ma deve rappresentare il primo tassello di un più ampio piano di rilancio industriale che garantisca prospettive concrete e durature a tutti i lavoratori coinvolti».

Nel loro intervento, i sindacati ribadiscono il loro impegno nel monitorare «il rispetto degli impegni assunti dalle aziende e dalle istituzioni», affinché nessun lavoratore venga lasciato indietro e si pongano le basi per un sistema occupazionale solido e duraturo nella regione.

«Ribadiamo la nostra richiesta di un incontro con il presidente Occhiuto per definire la situazione dei lavoratori a progetto e affrontare in modo definitivo le criticità del mercato del lavoro», aggiungono, sottolineando la necessità di concentrare l’attenzione sulle politiche attive e sugli investimenti indispensabili per lo sviluppo economico del territorio. «Siamo convinti che solo attraverso un impegno concreto e condiviso sarà possibile garantire stabilità e prospettive occupazionali ai lavoratori e alle loro famiglie», concludono i sindacati, auspicando una celere convocazione da parte della Regione.

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