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CATANZARO – Rallenta ancora, di nuovo, l’economia calabrese come già era accaduto nell’ultimo scorcio del 2022, con ripercussioni importanti anche sul mercato del lavoro. Il direttore della filiale di Catanzaro della Banca d’Italia, Marcello Malamisura, parla quasi con delicatezza di “perdita di vigore” dell’economia calabrese nel 2023, nel corso della presentazione del sondaggio congiunturale condotto tra settembre alla presenza del vice direttore Rizieri Bruno, e dai ricercatori redattori del report di aggiornamento Giuseppe Albanese (coordinatore), Tonino Covelli, Iconio Garrì, Graziella Mendicino ed Enza Maltese.
Nel primo semestre l’attività economica in regione è aumentata solo dell’1,1 per cento, in linea con quanto osservato nel resto del Paese. E se si pensa che l’anno scorso la crescita era stata però del 3%, si può parlare di un deciso rallentamento.
A livello settoriale, il rallentamento ha riguardato maggiormente l’industria in senso stretto. Le costruzioni sono state ancora in parte sospinte dal completamento degli interventi di riqualificazione edilizia stimolati dal Superbonus, mentre in prospettiva potrebbe incidere di più il contributo dei lavori pubblici finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che è stato finora inferiore alle attese degli operatori. Nel terziario la congiuntura è rimasta positiva, pur risentendo della frenata delle vendite nel commercio e della debole crescita delle presenze turistiche.
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Secondo i risultati del sondaggio Sondtel su un campione di imprese dei servizi privati non finanziari, la quota di aziende con fatturato nominale in crescita nei primi nove mesi dell’anno è stata pari al 46 per cento, quella delle aziende con fatturato in calo al 15 per cento.
Nel settore delle costruzioni sono emersi segnali di attenuazione della fase di espansione registrata nell’ultimo biennio. Nel primo semestre dell’anno, le ore lavorate denunciate alle Casse edili presenti in regione sono diminuite del 6 per cento, dopo il forte incremento avvenuto nello stesso periodo del 2022 (81 per cento). Secondo il report di Bankitalia, il fatturato delle imprese calabresi nei primi nove mesi dell’anno ha registrato in media un moderato incremento, ancora sostenuto dall’aumento dei prezzi di vendita.
La situazione reddituale è migliorata, beneficiando anche della riduzione dei prezzi dei beni energetici, mentre gli investimenti sono rimasti su livelli contenuti, risentendo probabilmente del clima di incertezza sull’evoluzione del quadro macroeconomico e dell’innalzamento del costo del credito. L’andamento è risultato ancora vivace nel comparto residenziale, che ha tratto vantaggio dal completamento dei lavori stimolati dalle agevolazioni fiscali introdotte dal DL 34/2020 (decreto “rilancio”). Secondo i dati del monitoraggio congiunto di Enea e Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, in Calabria gli interventi riferiti al “Superbonus” al 30 settembre 2023 erano 13.783, per un importo complessivo di 2,7 miliardi di euro, ancora in aumento di oltre un quarto rispetto a fine 2022; i lavori risultavano conclusi all’81 per cento.
I consumi delle famiglie calabresi hanno risentito del forte calo del potere di acquisto, accompagnato da un deterioramento del clima di fiducia. L’inflazione, dopo aver raggiunto un picco a fine 2022, ha iniziato gradualmente a ridursi nei primi mesi dell’anno in corso, pur restando ancora su livelli elevati. Le famiglie in difficoltà economica hanno continuato a beneficiare di misure straordinarie volte a limitare l’impatto dei rincari dei prezzi di energia e gas.
Al contempo, a seguito delle recenti modifiche normative, ha iniziato a ridursi la quota di famiglie beneficiarie del Reddito di cittadinanza, che sarà totalmente sostituito a partire dagli inizi del 2024 dall’Assegno di inclusione, destinato a una platea più ristretta di nuclei familiari. La crescita dei prestiti bancari alla clientela privata si è indebolita, riflettendo principalmente il calo della domanda connesso con il rialzo dei tassi. La dinamica dei prestiti è risultata peggiore per le imprese, soprattutto per quelle di minore dimensione; per le famiglie il ricorso al credito al consumo è rimasto sostenuto, mentre le nuove erogazioni di mutui residenziali sono scese.
Nonostante il peggioramento congiunturale, il tasso di deterioramento del credito si è mantenuto contenuto. I depositi bancari delle famiglie e delle imprese si sono lievemente ridotti, anche in conseguenza della ricomposizione del risparmio verso strumenti con rendimenti più elevati.
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