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SOVERIA MANNELLI (CATANZARO) – «Gli imprenditori di Soveria che si sono imposti a livello nazionale e internazionale, sono un esempio palpabile e mirabile di restanza; di generazione in generazione hanno scelto di rimanere a Soveria resistendo pure alle strade che non ci sono e alle ferrovie che non ci sono più».
A parlare è Michele Chiodo, sindaco di Soveria Mannelli, paese calabrese virtuoso, definito “la piccola Atene del Sud”. Il borgo che “ha una storia originale e di successo”, il borgo dove “si crea lavoro, si fa impresa e si sviluppa cultura”. Chiodo, un anno fa, assieme ad altri colleghi sindaci della zona del Reventino, si è recato a Carpanzano, alla cerimonia del centenario delle ferrovie Rogliano-Soveria. Peccato che questa ferrovia un secolo fa c’era e ora a Soveria sono 15 anni che è interrotta. Nei giorni scorsi, invece, Chiodo è andato a San Pietro Apostolo a un incontro organizzato dal comitato “La strada che non c’è”, vale a dire quella strada che dovrebbe collegare Cosenza a Catanzaro attraversando l’area del Reventino. Sarebbe la superstrada del Medio Savuto, che dovrebbe agevolare il collegamento tra i due capoluoghi servendo tutti quei paesi montani attorno al Reventino, oggi difficilmente raggiungibili a causa di strade interne tortuose e malandate. Dal 1988, nonostante i progetti esecutivi, l’inizio lavori e i buoni propositi di politici, e varie cerimonie per la posa della prima pietra, è una strada che continua a non esserci e solo in certi punti del percorso verso Lamezia si nota la presenza di alcuni svincoli. Solo un pezzetto di questa importantissima arteria stradale è stato realizzato e da Soveria conduce alla stazione di Serrastretta. La superstrada del Medio Savuto, se ultimata come da progetto, potrebbe dare un impulso decisivo a un territorio già ricco di iniziative imprenditoriali, che però ogni giorno devono fare i conti con la carenza di infrastrutture adeguate ai tempi.
«Combattere con camion che si incagliano nelle curve a gomito delle nostre strade, – dice Chiodo – per noi è praticamente una quotidianità e speriamo, quantomeno, che si apra la galleria a Borboruso, sul nuovo tratto della strada del Medio Savuto, che ci permetterà di respirare un po’ di più sul versante cosentino dell’autostrada. Anche se rimarranno inalterate le difficoltà per raggiungere Catanzaro. Si pensi che se fosse già attiva la superstrada del Medio Savuto, i cittadini della valle del Reventino, potrebbero raggiungere l’università e il policlinico di Germaneto in meno di 20 minuti. Il che neutralizzerebbe il problema ospedale di Soveria, nel senso che il suo eventuale depotenziamento non sarebbe più percepito come una tragedia dagli abitanti del posto, che avrebbero a disposizione un nosocomio più attrezzato a pochi chilometri di distanza, raggiungibile in poco più di un quarto d’ora. Gli imprenditori di Soveria, nessuno escluso, hanno davvero dimostrato attaccamento al loro territorio e soprattutto hanno dimostrato coraggio, perché proseguire l’attività dal loro paese e reggere la concorrenza in Italia e in Europa, dovendo sopportare nel 2023 questa pessima viabilità, non è cosa semplice».
A Soveria non c’è solo la casa editrice Rubbettino, che in cinquanta anni è diventata una delle case editrici italiane più importanti. Ci sono l’azienda Sirianni, che esporta in tutto il mondo attrezzature di supporto alla scuola, e il rinomato lanificio Leo. Ci sono la Profiltek, la Satip e la ditta Arti Grafiche Cardamone. Altri rilevanti settori produttivi nel comune montano calabrese, sono quelli della lavorazione degli infissi e quello della trasformazione dei prodotti del suolo nell’ambito dell’agroalimentare. Per questi imprenditori di Soveria, causa proprio la mancanza di strade e ferrovie, competere oggi con i concorrenti sul mercato è una corsa ad armi impari. È come un corridore che nei 100 metri parte in ritardo rispetto agli altri atleti: recuperare lo svantaggio iniziale non sarà facile.
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