Florindo Rubbettino
3 minuti per la letturaCATANZARO – La legge di riforma del fallimento, che introduce il “codice della crisi di impresa e dell’insolvenza”, va riformata, perché rischia di punire lo spirtito d’iniziativa degli imprenditori in un momento estremamente delicato per l’economia del Paese. A lanciare l’allarme è Florindo Rubbettino, docente universitario e amministratore delegato dell’omonima casa editrice. Florindo amministra l’azienda fondata dal padre Rosario, che ha sede a Soveria Mannelli, nel Catanzarese, con il fratello Marco.
Nel giorno in cui le librerie riaprono dopo lo stop imposto dall’emergenza sanitaria, non si può non chiedere al manager calabrese quali siano le sue aspettative, come editore e come imprenditore più in generale.
«Ci sono diverse misure che potrebbero aiutare l’economia del Paese – risponde all’AGI – ma una in particolare andrebbe presa in considerazione: la modifica del testo del codice della crisi d’impresa. Le possibili conseguenze della nuova legge non vanno sottovalutate. C’è una parte della riforma della legge – dice ancora – che espone chi è titolare di un’azienda che non abbia i conti in totale equilibrio al rischio di un procedimento penale nel caso in cui effettuasse degli investimenti giudicati rischiosi. Un paradosso – spiega – se si pensa che per definizione l’imprenditore è colui che rischia. E’ chiaro che gli illeciti vanno puniti, ma occorre essere molto cauti e distinguere il reato dallo spirito imprenditoriale, perché il rischio è connesso a ogni investimento e se un imprenditore dovesse essere chiamato a risponderne si introdurrebbe un principio pericoloso, tanto più in un momento tanto difficile per l’economia del Paese in cui lo spirito d’impresa è un elemento importante per la ripartenza».
Per Rubbettino, poi, la riapertura delle librerie rappresenta un segnale importante. Si è discusso molto dell’opportunità di riscoprire la lettura offerta dalla permanenza forzata in casa. In molti hanno riposto molte speranze negli acquisti on line per riportare verso l’alto la linea di tendenza dell’acquisto di libri.
«Riaprire le rivendite ai lettori – spiega Rubbettino – è molto importante. La quota di persone che scelgono di acquistare i libri sulla rete è in decisa crescita, ma siamo ancora in un ambito di nicchia. Chi ha ormai scelto questo strumento non aspetta l’emergenza per ordinare on line l’opera di suo interesse, però chi è legato all’edizione cartacea – e sono ancora la maggior parte – difficilmente cambia le sue inclinazioni all’improvviso. Quella di oggi è una giornata importante e se edicole, cartolerie e tabaccherie possono aprire non si capisce perché non dovrebbero farlo anche le librerie, fatte salve le precauzioni per la salute degli italiani».
E poi, a giudizio dell’editore, resta prezioso l’apporto del libraio. «Si tratta di un ruolo importante – spiega Rubbettino – perché sulla rete nessuno consiglia il libro da acquistare, se non un algoritmo che opera meccanicamente non può interpretare i gusti e le tendenze del momento. Il consiglio del libraio, allora, è insostituibile. Gli acquisti on line, peraltro – dice l’editore calabrese – aprono scenari da valutare anche sotto l’aspetto della libertà di scelta del consumatore, della varietà delle proposte che possono essergli sottoposte e del pluralismo delle voci che un algoritmo non può garantire».
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