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CATANZARO – Il maltempo in appena una settimana ha mandato in fumo fino a 60 milioni di euro nel settore della pesca, tra mancati guadagni e danni alle strutture, compresi quelli agli impianti di acquacoltura. A tracciare il bilancio con l’Ansa, è Fedagripesca-Confcooperative, al termine di un primo monitoraggio nelle principali marinerie colpite, dove 1 peschereccio su 3 è stato costretto a rimanere in porto. Se il Veneto è nell’occhio del ciclone, forti difficoltà si verificano anche in Puglia e Calabria. Ma a soffrire è sopratutto la piccola pesca come Liguria, Sardegna e Triveneto.
Un conto che però potrebbe salire perché non riguarda solo le minor giornate di pesca, ma i porti insabbiati e i danni agli scafi delle imbarcazioni. Il problema, rileva FedagriPesca è che da anni il fondo di solidarietà per il settore chiamato a risarcire i pescatori in caso di calamità naturali, è a quota zero. E proprio a dimostrazione di come il meteo abbia un effetto dirompente sull’attività di pesca professionale, nel 2020 il Medac (Consiglio consultivo regionale per il Mediterraneo) darà vita ad uno studio per capire il peso dei cambiamenti climatici.
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